Dopo sette lunghissimi anni di silenzio, ritardati dalla pandemia, e da tutto quel caos che si è scatenato durante, e dopo, soprattutto dentro di loro come uomini, ancor prima che come musicisti, i Mamuthones tornano con il nuovo album From Word to Flesh, realizzato insieme a Rocket Recordings. Il tempo ha permesso alla band di lavorare senza l’assillo della fretta, e il risultato è un disco che mostra immediatamente tutta la sua portata dirompente. Per cui, possiamo permetterci di ringraziare i lockdown, che hanno aiutato la band a dare sostanza a tutto ciò che avevano da dire, e che, forse, con i tempi abituali, non avrebbero approfondito fino a questo punto.
From Word to Flesh è un album che non possiamo pensare di inquadrare, e fare nostro, al primo ascolto. La sua costruzione necessita infatti di una serie di doverosi (e meritati) approfondimenti, che possano permetterci di arrivare a flirtare con quella psichedelia occulta che trasuda dai solchi del disco, spalmandoci sulle pareti della stanza, con lo stereo che urla ad un volume fastidiosamente alto. Il loro è un mantra che, una volta riuscito a impossessarsi delle nostre sinapsi, ci tiene legati, come schiavi di uno sciamano che gestisce i nostri deliri, scollandoci dal tempo, e proiettandoci in una dimensione aliena. A metà tra neo folk apocalittico, avantgarde e post-punk (sempre che questi termini vogliano dire qualcosa) l’album dei Mamuthones cerca di esorcizzare il male che dipinge di nero le giornate che si ripetono copiosamente nelle nostre vite, con un cerimoniale sonoro di grande intensità spirituale che celebra la morte, e la rinascita, in un ripetersi ciclico degli eventi. Un lavoro di grande impatto malinconico, a suo modo arcaico, ma nella migliore delle accezioni possibili, che (si) sublima nell’alba che nasce in conclusione alla notte, alla fine del buio.
From Word to Flesh è un disco “da fine del mondo”, perfetto per sposare le teorie del compianto Gabriel García Márquez, che guardava all’argomento come alla trasformazione e alla rinascita, nella ciclicità della storia, più che a un evento catastrofico in sé stesso, dove la fine può essere vista come l’inizio di qualcos’altro.
(Rocket Recordings, 2025)
1. Burn From Inside
2. A Cage Full Of Sins
3. Can’t Be Done
4. Before You Leave
5. A Symmetry of Faith
6. Son Of Myself
7. Carry On