Gli Abraded sono una band attiva dal 2018 proveniente da Cleveland, Ohio, che vanta un demo pubblicato nell’anno della fondazione e due full-length, l’omonimo Abraded e il successivo Unadulterated Perversion, datati rispettivamente 2021 e 2023. Gli americani incarnano al meglio il concetto di musica estrema, dal momento che si dedicano ad un death metal nero come la pece, pesantemente influenzato da un grindcore abrasivo come un’ustione, e si presentano nuovamente in questo 2025 con il qui presente Ethereal Emanations From Cthonic Caries.
Iniziamo questa nostra recensione facendo i complimenti al gruppo per la scelta dell’artwork, il meraviglioso dipinto La vittoria del Genio della distruzione realizzato nel 1878 da Mihály Zichy, uno dei massimi esponenti del romanticismo ungherese, poiché incarna al meglio l’anima di un album caotico, a tratti infernale, disordinato, violentissimo e, proprio per questi motivi, meravigliosamente riuscito. Il disco è infatti facile da inquadrare quanto indigesto da ascoltare, nell’accezione più positiva del termine. Come da scuola grind, le tracce sono brevi – a tratti brevissime – e solo in un paio di occasioni superano i 3 minuti di durata. Le stesse sono caratterizzate da una furia vocale implacabile, da un magistrale lavoro a cinque corde condotto da Patric Pariano ed Evan Crouse, che non smettono di sfornare riff che intrappolano l’ascoltatore in un’allucinazione sonora tutt’altro che estatica, oltre che da un drumming implacabile portato avanti da Jon Gonzalez. A parere di chi scrive, è proprio l’immenso apporto di una batteria di stampo meravigliosamente grind, giustamente valorizzata da più di una sezione in cui è quest’ultima a godere del ruolo di solista e a prendere le redini delle tracce, a dare all’album una marcia in più. Quanto sin qui descritto sarebbe già di per sé, se considerato singolarmente, abbastanza per identificare un disco organico, intrinsecamente coerente, appagante. Eppure, gli Abraded fanno un passo in più, profondamente atipico per il genere di riferimento: creano un disco d’atmosfera. Come intuibile, si parla di atmosfere opprimenti, claustrofobiche, ripugnanti, simili a quelle di un lungometraggio gore che tuttavia non si riesce a smettere di guardare. In un universo – quello del death/grind – in cui domina l’assoluta similitudine tra prodotti e, salvo eccezioni, una stucchevole ripetitività delle proposte, gli Abraded riescono nell’impresa di dar luce a un album che ha un’anima (nera e marcescente) che gli permette di ergersi a prodotto d’eccellenza.
In definitiva, violenza e brutalità spinte al limite sono al servizio di un’atmosfera splendidamente inquadrata e altrettanto magistralmente raggiunta e mantenuta durante tutta la durata del disco. Un eccezionale lavoro di batteria, che detta i ritmi infernali su cui si innesta un eccellente contributo delle chitarre, contribuisce alla creazione di un assalto sonoro che difficilmente potrà raggiungere un pubblico diffuso e variegato, ma che sicuramente saprà emozionare gli estimatori del genere. Nella nicchia di riferimento, per ora, è il disco dell’anno.
(Redefining Darkness Records, 2025)
1. Ethereal Emanations
2. Menticide
3. Uroboric Incest
4. Collectivized Enmeshment
5. Compensatory Contrarianism
6. Theonemesis
7. Mass Formation Psychosis
8. Chthonic Caries
9. Theodicy
8.0