
Il meridione è terra di storie, terra di balli, di canti e per estensione di tradizioni. Il trio pugliese The Apulian Blues Foundation si fa carico di tutto questo con il suo primo full: Traditional Songs About Life, Death and Rebirth senza nessuna paura e anzi avanzando con la grazia di un elefante in una bigiotteria.
Questi tre arrivano a noi in pompa magna, montando una furia mastodontica manifestata sotto forma di un sound che sa di polvere, e sa di boschi, ma il tutto dimentica completamente la poesia della gentilezza che la natura conserva, o per lo meno di quella gentilezza che noi popolo contemporaneo immaginiamo con il nostro rapporto così superficiale nei confronti di un mondo che stiamo pian piano dimenticando. L’album conserva per l’ascoltatore ventate bollenti, cariche di un peso notevole. Ogni suono qui racchiuso non tenta di ammaliare, ma di stordire. Ed esattamente come i venti che battono senza pietà la penisola pugliese, anche gli Apulian Blues Foundation fanno altrettanto. Le pennate delle chitarre sono rozze e violente, come la storia dello stoner ci insegna, la batteria poco raffinata serba un trattamento di sfavore e assieme al basso danno vita a una sezione ritmica melmosa e sgraziata, così roboante che pare a chi ascolta di trovarsi sul limitare di un buio bosco e sapere che il boato di passi che giunge dal fitto degli alberi non sia altro che l’imminente avvento su di sé de Lu Nanni Orcu. Ben prima dell’accanimento sonoro che ci spetta all’ascolto però, è impossibile non fermarsi ad ammirare con quanta semplicità la band ha voluto rappresentare le proprie intenzioni. Un’imponente ulivo, fonte e simbolo della ricchezza storica e naturale della regione, frutto si dice delle innumerevoli lacrime del Tummà, troneggia in fronte, a dire questa è la nostra forza, e in un passato remoto, quando i druidi celti trasmettevano la forza degli alberi nello spirito degli uomini prima della battaglia, questa immagine così potente ed evocativa, non avrebbe che rappresentato la più grande espressione di potenza.
Traditional Songs About Life, Death and Rebirth è un lavoro duro, pesante e del tutto carente di buone maniere. Un conglomerato che sì certo, fa pensare ai Kyuss dei tempi che furono, ma che non si fa nessun problema a macchiarsi di sperimentazione, folklore e di dinamiche cantautorali che lo rendono un disco da ascoltare assolutamente.
(Zann’s Records, 2025)
1. Keep your Lamp Trimmed and Burning
2. Cool Drink of Water part 1
3. Everybody Ought to Love Jesus
4. Cool Drink of Water part 2
5. Coff’n Shop
6. Beerkenstock Blues
7. Mississipi Bowevil Blues
8. So Long


