In Italia A. A. Williams ha fatto maggiormente parlare di sé quando i Cult Of Luna hanno annunciato il tour promozione del loro album A Dawn To Fear del 2019. Incuriosita dal fatto che il gruppo svedese avesse scelto come spalla una musicista che non aveva nulla a che fare con il post-metal, ho ascoltato il primo EP di questa cantautrice e polistrumentista al fine di comprendere cosa ci avessero visto i COL in lei, scoprendo che aveva collaborato con i post-rocker nipponici Mono. A un anno dal suo primo EP e dopo numerosi tour in cui ha supportato non solo i COL, ma anche gli Explosion In The Sky, i Russian Circles e gli stessi Mono, è uscito Forever Blue, primo full length della musicista.
Ad oggi posso affermare che la Williams sia una delle musiciste più affascinanti scoperte in questi ultimi anni. Il suo omonimo EP del 2019 aveva già lasciato sbalorditi molti ascoltatori e non dubito che anche Forever Blue, con le sue atmosfere malinconiche e di rara bellezza, abbia esaltato i più appassionati. L’album si apre con la traccia “All I Asked For (Was To End It All)”, che catapulta l’ascoltatore nell’universo scurissimo della musicista. Con la successiva “Melt”, invece, emerge un lato più vigoroso e virtuosistico, che scavalca le alte muraglie del post-rock risultando così vicina ai Mono e agli Explosion In The Sky. Con “Dirt” si fa un passo indietro e si abbracciano sonorità chamber folk, grazie anche al contributo di Tom Fleming (ex-bassista dei Wild Beasts) alla voce. Su un tappeto sonoro quasi dream pop, infatti, i due intrecciano le loro voci in un sensuale duetto canoro. Le collaborazioni dell’album tuttavia non finiscono qui: “Fearless” e “Gleemer” vedono infatti la partecipazione di Johannes Persson e Fredrik Kihlberg dei Cult Of Luna. Nella prima, Persson corrode le atmosfere romantiche della Williams, creando un’atmosfera ambivalente e una canzone a doppio strato. Da una parte vi è infatti la dolcezza della musicista, dall’altra la forza oscura e distruttiva del growl di Persson. Nella seconda, Kihlberg accompagna la voce di A.A. Williams che danza sopra un arrangiamento d’archi, un fil rouge che dona profondità alla canzone e all’album. Le sonorità folk e post-rock si districano così tra un groviglio di dolore, amore, consapevolezza e rimpianti fino alla fine dell’album, che si conclude con la canzone “I’m Fine”, anch’essa infestata dalla disperazione, mentre un arrangiamento d’archi costituisce il tappeto sonoro per la redenzione, evocata mediante il canto degli uccellini alla fine della traccia. Un’attenzione particolare va dedicata inoltre alla penultima canzone, “Wait”, la quale rappresenta forse l’apice della ricerca sonora della Williams e il punto più vicino alle atmosfere post-rock.
Forever Blue, dalle sonorità folk e post-rock, è un album intimo ed introspettivo, dall’atmosfera malinconica e fortemente sentimentale. Per la creazione di queste atmosfere A. A. Williams deve molto specialmente ai Radiohead e ai Deftones (la cui influenza è evidente soprattutto in “Dirt”), gruppi da cui lei stessa ha affermato di essere particolarmente ispirata. Bisogna infine quantomeno citare il marito, bassista, Thomas Williams, che ha costituito parte fondamentale per la realizzazione dell’album. La batteria, di Geoff Holroyde, è stata invece aggiunta successivamente. Uscito per l’etichetta discografica Bella Union, Forever Blue chiude il cerchio aperto dalla Williams con il suo primo EP e apre nuove prospettive sonore.
(Bella Union, 2020)
1. All I Asked For (Was To End It All)
2. Melt
3. Dirt
4. Fearless
5. Gleemer
6. Love And Pain
7. Wait
8. I’m Fine