Dopo aver sondato malamente territori doom con And We Wept the Black Ocean Within e Forgive Us Our Trespasses, e avendo anche battuto le strade del rock alternativo con As the Valley of Death Becomes Us, Our Silver Memories Fade, Josh Graham (conosciuto ai più per esser stato il visual artist dei Neurosis ) modifica ulteriormente il tiro e coi suoi A Storm of Light, rilasciando tramite Southern Lord, un album metal con forti tinte industrial. Le chitarre dominano incontrastate per tutta la durata del disco, il drumming è sempre serrato e spaccaossa come in “Apostles of Hatred” e “Disintegrate”, inoltre la durata relativamente breve dei brani dona una maggiore incisività ai pezzi, rendendo la fruizione meno faticosa che in passato. In particolare “Omen”, in meno di 4 minuti, ci trascina in una vera e propria apocalisse in stile Ministry epoca Psalm 69. La voce salmodiante che urla anatemi da fine del mondo è forse il punto più debole della proposta, in quanto sempre troppo simile a sé stessa in ogni traccia, senza mai variazioni degne di nota. L’unico momento di calma è concesso con la conclusiva “The Year Is One”, dove un uso sapiente di voci campionate e basi elettroniche si amalgamano al crescendo finale. In definitiva, con Nations to Flames Josh Graham intraprende una strada che tutto sommato convince, anche se ci sono ampi margini di miglioramento.
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