Son Of Abyss è l’opera prima per • Abisso •, progetto interamente femminile composto da Valeria Ghisu e Debora Caputo, rispettivamente EryaV e D’avy. Anche se, definirlo femminile, e quindi chiuderlo in un contesto statico ormai superato è molto probabilmente un errore: • Abisso • è un’entità che va oltre le classificazioni, e poco importa a che genere corrispondano i suoi componenti. C’è una forte connotazione androgina nell’album, al punto che possiamo pensare a Son Of Abyss come a un disco che superi le distinzioni tra le sonorità di ricerca di cui è permeato. Androgino quindi proprio perché oltre tutto quello che pensiamo di sapere e di conoscere, di tutto ciò che ci fa piacere chiamare con un nome che altri hanno scelto per noi.
Per essere alla loro prima esperienza EryaV e D’avy dimostrano di avere le idee chiarissime su come si realizza un album. Non a caso si autoproducono, curando tutti gli aspetti del disco, sia da un punto di vista sonoro che visivo e concettuale. Al momento è disponibile la sola versione digitale ma confidiamo che un domani possa capitarci tra le mani quella versione fisica che possa permetterci di apprezzarlo ancora meglio, e con quel volume che solo lo stereo di casa può garantire. Da un punto di vista strettamente sonoro l’album si può inquadrare come un riuscitissimo dark ambient dalla forte connotazione minimalistica, che ci permette di entrare in contatto con un contesto oscuro in cui realizzare quell’immersione totalizzante che ci possa portare a toccare con mano quell’inquietante abisso di cui canta il duo. Un luogo ameno, ma al tempo stesso gratificante, protettivo, in cui chiudersi e sentirsi a casa.
Son Of Abyss funziona proprio perché fa del minimalismo il proprio manifesto, riuscendo al contempo a mantenere vivo e costante quel feeling oscuro che caratterizza i brani. “Less is more” è dunque una scelta che paga, e lo fa attraverso un tocco elegante e raffinato che, nonostante la vena decisamente oscura, e pervaso da grande e inquietante malinconia, guarda alla luce che solo la bellezza è in grado di emanare. L’album lavora in modo particolare sui silenzi, elemento troppo spesso tralasciato, ma che trova finalmente il suo giusto rilievo “mentre tutti intorno fanno rumore”. Il disco, e probabilmente l’intero progetto, sono da guardare come un’isola in mare di noia, da cui prende le distanze in modo atipico e per certi versi seducente. L’unico limite può essere quello legato alla durata dei brani, forse troppo brevi, ma qui entra in gioco il gusto personale che ci porta a ragionare su dinamiche che spingono verso la lunghezza esasperata proprio perché intimamente catturati dall’opera. È come se volessimo che non finisse mai. Ma si tratta di voler cercare un lato negativo in un album che obiettivamente pare non averne o che è in grado di nasconderli benissimo.
(Autoproduzione, 2022)
1. O
2. Son Of Abyss
3. Khobalto
4. Fragile
5. Sin.k.hope
6. Veined Death
7. Subliminal Whisper
8. Malik
9. Vacuum
10. Soul Esalation