Se qualcuno mi domandasse quale, tra le formazioni death metal storiche, ritenga più in salute nel 2018 risponderei senza dubbio: Aborted! I belgi capitanati da Sven “Svencho” de Caluwé si sono dimostrati in grado di produrre ottimi album, rimanendo sempre in perfetto equilibrio tra modernità e vecchia scuola riuscendo addirittura a rinnovarsi senza mai perdere di vista gli stilemi ed i punti di forza del genere suonato. Gettatisi alle spalle lo scivolone avvenuto nel 2008 con quella mezza ciofeca di Strychrine.213 e fatte un po’ di “pulizie in casa” in Nostri erano ripartiti più carichi ed ispirati che mai dando alle stampe album di grande caratura, ed ora tocca all’ultimo arrivato Terrorvision dare conferma di tale bontà compositiva.
L’ultima fatica targata Aborted colpisce subito grazie ad un artwork accattivante, molto colorato, nel quale compare una panoplia di mostri, cadaveri e scene splatter, ricalcante un mood molto in voga tra le formazioni brutal death moderne. Venendo poi alla sostanza avremo per le mani undici tracce, per una durata di quarantacinque minuti circa, di death metal roccioso ed ispirato, spesso corroborato dal grind, il tutto completato da una produzione nitida e potente. “Lasciate ogni speranza” si tratta di un intro completamente strumentale che cita la famosa frase di incipit della Divina Commedia, preparando l’ascoltatore ad una vera e propria discesa all’inferno grazie alle sue atmosfere orrifiche e tetre, subito dopo verremo assaliti dalla title-track che spazza via ogni cosa grazie al drumming rapido e martellante, up-tempo incalzanti ed una serie di riff death/grind veloci ed aggressivi inanellati con maestria. “Vespertine Decay” apre con un incipit creepy dal sapore carcassiano, caratteristica che ha sempre contraddistinto gli Aborted sin dagli esordi, andando a mescolare con sapienza mefitiche ritmiche old school con passaggi più incalzanti. Giunti a metà dell’opera incontreremo l’ottima doppietta formata da “Visceral Despondency”, brano che alterna efficacemente mid ed up-tempo sfoderando un refrain carismatico di facile presa, mostrando anche alcune influenze black metal nella parte centrale che rendono la mistura ancor più accattivante, e “Deep Red”, brano che ammicca al sound dell’apprezzatissimo Goremaggeddon sfoderando certe ritmiche veloci ed in-your-face appoggiate su una base melodica accattivante che massimizza la resa del brano. Sul finale faremo i conti con l’aggressivissima “A Whore d’Oeuvre Macabre” e la conclusiva “The Final Absolution” che parte con arpeggi chitarristici dal mood epico, per poi virare su mid-tempo rocciosi aggiungendo infine alcune sfuriate death/grind dando così vita ad un brano che riassume alla perfezione le coordinate stilistiche della band.
Dopo un’attenta analisi è praticamente impossibile non rimanere positivamente colpiti dalla potenza ed efficacia di Terrorvision, disco che riconferma gli Aborted saldamente in testa sul podio delle band extreme metal europee: sono presenti tutti gli elementi per fare la gioia dei fan e di coloro che vivono a pane e metallo mortifero, quindi bando alle ciance! Premete il tasto play per tuffarvi in questo galvanizzante tripudio di violenza e brutalità sonora.
(Century Media Records, 2018)
1. Lasciate ogne speranza
2. TerrorVision
3. Farewell to the Flesh
4. Vespertine Decay
5. Squalor Opera
6. Visceral Despondency
7. Deep Red
8. Exquisite Covinous Drama
9. Altro inferno
10. A Whore d’Oeuvre Macabre
11. The Final Absolution