Gli Acid King sono una delle band più rappresentative della scena stoner americana. Il trio di San Francisco nasce nel 1993 e deve il suo moniker ad un fatto di cronaca riguardante un omicidio ad’opera di un certo Ricky Kasso soprannominato Acid King per la sua dipendenza cronica dalle droghe allucinogene. Nel giro di vent’anni la band ha guadagnato una notevole fama, ottenendo un grosso seguito oltre che l’apparizione in un paio di libri (The Encyclopedia of Heavy Metal e A to Z of Doom, Gothic & Stoner Metal, entrambi del 2003). Il 2015 fu per i Nostri un anno importante dato che segnò una nuova uscita discografica dopo dieci anni di assenza dovuti a cambi di lineup. Nella loro discografia mancava però una testimonianza live ed ecco quindi uscire questo Live At Roadburn 2011, documento dal vivo della performance del celebre Roadburn Festival di Tilburg in Olanda.
Lo show pesca da due degli album pubblicati fino a quel momento (per la precisione Busse Wood del 1999 e Acid King III del 2005) più la traccia “Coming Down From Outerspace”, un’anteprima che sarebbe finita su Middle of Nowhere, Center of Everywhere del 2015. Il set si basa su degli enormi bassi arroganti e deflagranti dove lo stoner psichedelico viene compresso e spogliato di qualsiasi cosa, riducendolo ad un monolite che avanza come un carro armato. Il rumoroso fumo di “Busse Wood” irrompe stordente oltre ogni limite; qui basso e chitarra formano un magma che ingoia tutto quello che incontra. Le particolari vocals della singer Lori S. danno una sensazione totalmente lisergica ed alienante, fungendo da accompagnamento ad episodi di blues acido, scheletrico e privo di qualsiasi melodia (“2 Wheel Nation”), deciso solo a sterminare grazie ad un lavoro di basso modello sparachiodi ed una chitarra iper psych. Il flusso sonoro si fa sempre più nero ed impenetrabile (“Silent Circle”), rallentando i tempi in maniera sfibrante (“On To Everafter”), non concedendo nulla agli ascoltatori se non una colata di rumore senza sosta creando un’orgia psichedelica di proporzioni bibliche (“Coming Down From Outerspace”) con poche concessioni agli assoli se non quelli più dilatati accompagnati da un basso vorace (“Electric Machine”), fino allo stoner più ruvido e pesante (“Sunshine And Sorrow”). Il concerto può essere visto da due lati: il primo riguarda il fatto che il marasma sonoro che esce dalle casse è asfissiante e deflagrante al punto giusto, mentre il secondo riguarda un grosso problema ovvero che le tracce paiono quasi tutte uguali come se si suonasse lo stesso brano in modalità loop.
Nel complesso il live funziona ma è unicamente consigliato a fanatici ed adoratori di certe sonorità. Per gli altri si consiglia di dedicarsi prima ai dischi in studio, meno opprimenti delle micidiali versioni live.
(Burning World Records, 2022)
1. Busse Wood
2. 2 Wheel Nation
3. Silent Circle
4. On To Everafter
5. Coming Down From Outer Space
6. Electric Machine
7. Sunshine And Sorrow