Premessa. Con una copertina del genere ho tentennato fino all’ultimo prima di decidermi se valesse o meno la pena di dedicarmi all’ascolto dell’album. Sono da sempre dell’idea che una gran parte di chi si dedica all’estremismo in ambito musicale sia del tutto incapace di discernere un’immagine da un’altra nel momento in cui costruisce la grafica del proprio disco. Detto questo entriamo a fondo nell’analisi. Quello che abbiamo tra le mani è la raccolta in un unico CD dei due precedenti EP dei tedeschi Aivvass, entrambi usciti lo scorso anno, Occult Rites I e Occult Rites II.
Con titoli del genere mi sarei aspettato un chiarissimo, ed esplicito richiamo al black metal, e invece gli Aivvass riescono ad andare oltre, mostrando un approccio sì occulto, e per certi versi ”magico”, ma slegato da tutti quei compromessi stilistici, e sonori, di un genere che troppo spesso si chiude su se stesso. Il loro è un mix tra (inattese) componenti eteree, per certi versi riconducibili al neofolk, e un approccio che guarda al metal con un fare desueto, ma di sicuro impatto. Sia chiaro, qui non troverete nulla di nuovo, o di mirabolante, niente che possa entusiasmare, nessuna ricerca. C’è un solo e monolitico sabba a cui partecipare.
In fondo, ciò che ci piace dell’album è proprio questo suo rivelarsi immediato, a livello di proposta. L’idea che si possa andare verso una riscoperta delle radici del genere, per una nuova visione che sia scevra tanto da fanatismi quanto da – inutili – orpelli, attraverso l’essenzialità posta al servizio del messaggio di base, che, stando a quanto (poco) è dato sapere, si orienta intorno al misticismo quasi teatrale da perfetti adepti alle teorie occulto filosofiche di Crowley. Si autodefiniscono Occult Folk Doom, e noi, sostanzialmente, ci sentiamo di essere d’accordo.
(Darkness Shall Rise Productions, 2024)
Occult Rites I
1. Aivvass
2. Satan
3. Baphomet
4. LuciferOccult Rites II
5. Crucifixion
6. Witchcraft
7. Cremation Of Care
8. The Ghoul (Pentagram cover)