Uno splendido connubio di atmosfere asfissianti e testi pungenti accompagna l’ascoltatore mentre Creatura opprime il petto. L’album è frutto della collaborazione tra il riminese Burla22 – di cui ebbi già il piacere di recensire il bellissimo Haboob (2023, Drown Within Records, Light Item) – e Alfre D’. Il risultato è estremamente convincente nonostante la differenza sonica tra i due protagonisti.
Le liriche del disco disegnano un manifesto estremamente realistico della capacità di scrittura poetica dell’autore, che nonostante non utilizzi particolari tecniche di flow riesce a galvanizzare il fruitore dell’album per tutta la sua durata. Questa sua peculiarità sembra essere perfettamente in linea con il discorso musicale scelto per accompagnare le sue parole, riuscendo a creare un minimalismo pieno (scusate il gioco di parole), che gonfia lo spazio di modulazioni foniche ed elettroniche: il flow delle parole è perfettamente agganciato ai loop distorti creati dal Burla, mentre i droni, seppur opprimenti, riescono ad abbracciare perfettamente la voce di Alfred. Ho apprezzato moltissimo il non prevalere dell’uno sull’altro in ogni brano, il disco quindi risulta pienamente equilibrato e per nulla pesante.
Buonissima la prima insomma! Personalmente ho sempre apprezzato il filone spoken sperimentale/anti hip-hop, e in questo disco riesco a trovare pienamente tutto ciò che vorrei ascoltare, dalla pienezza delle liriche alla sacra saturazione. Spero vivamente che questo esperimento possa essere l’inizio di una lunga collaborazione e che possa aumentare l’attenzione del pubblico su questo genere che in Italia è ancora molto di nicchia.
(Light Item, 2024)
1.Piccole parti di genere umano
2. Ipotesi di un possibile futuro del mondo
3. Manuale distruzione crea
4. Conclusione sui loop personali
5. L’antipodo e l’antidoto
6. Che belli i nostri vuoti
7. Frammenti
8. Sul ciclo vitale