Parlare degli ALiX equivale a narrare di un piccolo pezzo di storia del rock nostrano. Questo quartetto bolognese nasce nella metà degli anni Novanta e nel giro di poco pubblica un paio di album autoprodotti (Alix e Cuore In Bocca purtroppo introvabili). Negli anni 2000 arrivano le prime soddisfazioni grazie alla partecipazione all’Heineken Jammin’ Festival in apertura a bands del calibro di Muse, Guano Apes, Primal Scream e Rage Against the Machine. In seguito il gruppo pubblica altri due dischi (il roccioso Ground nel 2004 ed il dinamico Good One nel 2008) intrecciando la loro strada con personaggi e band importanti come Steve Albini, David Lenci, Scott “Wino” Weinrich, Shellac, Neurosis e tanti altri. Nel 2013 avviene uno stop e i quattro musicisti prendono strade differenti. Alice e Gianfranco fondano gli Alice Tambourine Lover (dalle sonorità psichedeliche e raffinate) mentre Pippo si trasferisce a Londra continuando a suonare in diversi gruppi (Loungedelic e Karma Boy) e collaborando con Gaudi, Feel Good Productions, Lab Dub ed occupandosi di musiche per TV e documentari. Andrea invece si sposta in Sicilia suonando con Enrico Brizzi e Yuguerra. Dopo circa nove anni la band si riunisce e con l’aiuto della Go Down Records, più una campagna di crowdfunding, viene pubblicato il nuovo disco chiamato Last Dreamer.
Era difficile immaginare che strada avrebbero intrapreso i quattro amici ed ascoltando l’album si percepisce un ventaglio di idee decisamente variegato. La via è quindi quella più impervia come un lungo viaggio senza comodità ed è forse per quello che l’ascolto appaga maggiormente. La chitarra heavy/lisergica di Gianfranco, nell’opener “Anymore”, trascina l’ascoltatore in un turbine stoner rock stordente grazie ad un lavoro ritmico dirompente (Pippo e Andrea sono una garanzia) ma attenzione; non ci si trova difronte ad un mero riciclaggio di sonorità fin troppo abusate da molti colleghi ma ad una naturale evoluzione. La vocalist Alice è la sciamana di sempre ma si diverte a giocherellare anche con i cori facendo da collante alle numerose stratificazioni che compongono il disco. Riemergono le tentazioni melodiche dell’album Good One (la title-track “Last Dreamer” e la lisergica “Crash”) ma tutte ammantate di un tessuto atipico, inaspettato come l’alternative/grunge di “Sweetly Waiting” o il noir gonfiato di groove di “Empty Space” che mescola Tom Waits e gli ZZ Top o il sorprendente blues venato di cori simil gospel di “Light Is On”. Si è deciso di osare e non è da tutti rinfrescare il proprio sound. Gli ALiX ci sono riusciti mantenendo sicuramente il loro marchio di fabbrica (l’acida “Why Don’t You”) senza stravolgerlo ma arricchendolo grazie ad una rinnovata ispirazione che mescola una certa durezza senza mai trascurare la melodia (l’incantevole e tonante “Ride Your Light”).
Un ritorno che non ci si aspettava soprattutto per qualità e varietà. Con la speranza che la band continui a fare musica senza sparire per altri nove anni. Nel frattempo ben tornati!
(Go Down Records, 2021)
1. Anymore
2. Last Dreamer
3. Ride Your Light
4. Empty Space
6. Sweetly Waiting
7. Light Is On
8. Crash
9. Why Don’t You