Tre anni fa eravamo rimasti deliziati dal carismatico Deceiver of the Gods; per questo motivo c’era grande attesa per l’ultima fatica degli Amon Amarth, purtroppo però ci si accorge molto in fretta di come Jomsviking abbia in buona parte disatteso le speranze dell’ampia fanbase della band.
Una volta premuto il tasto play si viene accolti da “First Kill”, brano che a differenza del nome piuttosto efferato si presenta come estremamente melodico ed easy listening, strutturato in maniera piuttosto semplice e dominato dai tempi medi. La successiva “Wanderer” sfodera una ritmica piuttosto piacevole e catchy che ricorda i primi In Flames, spostandosi poi verso lidi più ariosi con alcuni riff di matrice power metal ed un paio di guitar solos edulcorati. “One Against All” ci riporta finalmente verso coordinate prettamente melodic death e si dimostra piuttosto in linea con il tipico stile dei Nostri. È però con “The Way of Vikings” che finalmente ritroviamo gli Amon Amarth del periodo d’oro: parliamo di un brano dannatamente epico e ben realizzato, nel quale il lato melodico si fonde alla perfezione con quello più aggressivo. Purtroppo l’appena ravvivata speranza viene spazzata via dai brani successivi, di nuovo troppo “zuccherati” e derivativi, come “Vengeance Is My Name”, traccia dal nome bellicoso che però a conti fatti si dimostra una mezza delusione: il pezzo, pur partendo in maniera abbastanza accattivante con azzeccati riff a metà tra il melodeath e il thrash, in breve tempo va a sfumare nuovamente in quelle fastidiose influenze power metal che distruggono irrimediabilmente la forza d’impatto del brano.
Oggettivamente parlando Jomsviking non è un brutto album: si tratta certamente di un platter molto curato, caratterizzato da una produzione nitida. Ciò che inevitabilmente lascia un sapore amaro in bocca è il dover constatare come gli Amon Amarth si siano pian piano ammorbiditi e commercializzati in favore di un sound più easy e fruibile alle giovani generazioni, perdendo quel mordente e quella carica adrenalinica che aveva caratterizzato quei grandi primi dischi grazie ai quali avevano scalato la vetta del panorama melodic-death metal.
(Metal Blade Records, 2016)
1. First Kill
2. Wanderer
3. On a Sea of Blood
4. One Against All
5. Raise Your Horns
6. The Way of Vikings
7. At Dawn’s First Light
8. One Thousand Burning Arrows
9. Vengeance Is My Name
10. A Dream That Cannot Be
11. Back on Northern Shores6.0