Ande (in olandese: pentimento, passione, rabbia) è una one-man band belga proveniente dalla Bilzen, non propriamente di primo pelo, in quanto dal 2015 ha già prodotto quattro dischi. L’ultimo di questi si chiama Bos (foresta), e, malgrado sia stato registrato nella primavera del 2020, vede la luce solo nel 2021. Il progetto è completamente dedito alla rappresentazione in musica della potenza silente e della bellezza della natura, dipinte in una chiave a metà tra il black metal più atmosferico e influenze post-metal.
Una cosa è certa, di varietà in Bos ce n’è tanta. Dalla cangiante opener “De Messentrekker”, inizialmente cadenzata e poi incalzante, all’avvolgente “Het Broek”, probabilmente uno dei tasselli più intriganti e riusciti del disco. Le atmosfere create da Ande e i testi, interamente in belga, aggiungono innegabile mistero al prodotto, purtroppo non riuscendo ancora a renderlo particolarmente originale e unico. La tecnica di Ande tuttavia è ineccepibile, visto e considerato che è lui a suonare tutti gli strumenti (a parte la batteria, che è programmata), saltando dall’uno all’altro con grande maestria. Come dicevo il prodotto è di qualità, e contiene tasselli che ricordano band imponenti come Lunar Aurora o Nocte Obducta. Di sicuro in questo senso vanno sottolineate le notturne e avvolgenti “Vogelvlucht” e “Ransuilen” ma rimane la sensazione iniziale: questo Bos non ha fatto fare ad Ande un salto di qualità in termini di ispirazione e progressione tale da giustificare un encomio particolare, anche se rimane un prodotto valido. I riff sono molto oscuri e veloci, ma la melodia ricopre un bel ruolo nel pacchetto, sia con sezioni spoken word, che con assoli dalle buone armonizzazioni, come per esempio succede con “Mijn Hart”.
Anche se Bos, come detto, resta un prodotto incasellabile nel (purtroppo) grande calderone del “già sentito”, quello che sicuramente traspare è dedizione e buona rivisitazione dei classici stilemi dell’atmospheric black metal da parte di Ande. Realisticamente ci possiamo aspettare dal polistrumentista belga un distacco graduale dalle sonorità più legata alla “seconda ondata” black metal per intraprendere un discorso più personale incorporando ancora di più gli ingredienti post-rock. Al momento, data la prolificità del musicista e la buona tecnica, ogni scenario è realizzabile e concretizzabile.
(Naturmacht Productions, 2021)
1. De messentrekker
2. Het broek
3. Vogelvlucht
4. Ransuilen
5. De bierteller
6. Mijn hart
7. Achter de bomen
8. Het afscheid