Devo iniziare dicendo che grazie a questo disco sono soddisfatto e insoddisfatto allo stesso tempo: soddisfatto senza dubbio perché da appassionato di power metal mi trovo qui su Grind On The Road a recensire un disco appartenente a questo stile musicale per primo (e chissà come mai…) quindi mi sento un po’ un pioniere; insoddisfatto invece perché il primo disco di power metal recensito su questa webzine non è qualcosa che mi aspettavo, anzi, onestamente mi aspettavo ben altro. Significa che probabilmente è un disco terribile? No, assolutamente no, arriviamoci con calma .
Gli Apostolica, che escono per Scarlet Records sono una di quelle band che punta al mistero, all’enigmaticità. Ci sono alcuni elementi che fanno pensare alla band come italica, ma non mi arrischierei a giurarlo, pare anche siano un supergruppo, formato da alcune delle più note personalità europee di questo stile, ma non ci sono per lo meno al momento ulteriori informazioni al riguardo. Haeretica Ecclesia è un disco, come ho detto, che raccoglie l’eredità di tutto ciò che è stato fatto dai ’90 in poi nel power metal, cercando di mescolare il tutto con elementi sinfonici, cosa che non necessariamente dà vita a un symphonic/operatic metal di derivazione scandinava o russa. Anzi, ciò che ne viene fuori ha sicuramente un carattere forte e invadente soprattutto quando ci sono i cori (uno dei punti di forza del disco), però non suona bene per quanto riguarda la fisica dei suoni. Ascoltando questo disco ho avuto sempre l’idea di qualcosa di eccessivamente plastico, che per carità, al giorno d’oggi abbiamo cose come i Rings Of Saturn e gli Infant Annihilator che sono un inno ai suoni plastici, ma almeno hanno un certo spessore che li rende decisamente più solidi, mentre qui, con Haeretica Ecclesia, sembra di ascoltare qualcosa di bidimensionale. Un po’ come quando giochi a Mario 64 e poi a Paper Mario, mi spiego? Va detto comunque che questo è un primo lavoro da parte della band e non si può subito metterli in croce, ma bisogna considerare che si tratta anche di musicisti a quanto pare affermati, ora io (come altre persone) non ho idea di chi siano effettivamente i membri di questa band, ma se è vero che sono così affermati e con esperienza avrebbero potuto curare meglio l’aspetto sonoro di questo Haeretica Ecclesia. Ed è davvero difficile sorvolare perché ne viene influenzata tutta l’esperienza di ascolto, veramente troppo digitale, e sappiamo quanto a noi metallari piaccia sentire anche un minimo di artigianalità in certe opere. Questo aspetto così negativo lo si può sentire benissimo in primis nella sezione ritmica, la batteria non è spessa, non ha carattere, perfettamente precisa, più bassa rispetto a tutti gli altri strumenti e con suoni sempre uguali, senza dinamiche. Viene da pensare che non sia una batteria fisica, ma sintetizzata, cosa che non sarebbe un problema, se non fosse assolutamente priva di colore e fantasia, in pratica un mero strumento ritmico che non aggiunge nulla alla composizione. Va poi menzionato il fattore vocale singolo, la voce roca ma pulita e ben scandita non sembra avere vita o comunque non dona colore alla proposta, cosa che dovrebbe. E sicuramente sto dando l’idea che questo sia un pessimo disco, ma non è così perché ci sono molti punti a favore: i cori per esempio sono vasti, epici, messi esattamente dove devono e aggiungono moltissimo all’atmosfera generale, creano un aspetto sacro che funziona molto bene e può ricordare il meglio di quanto fatto da una band come gli Imperial Age soprattutto in brani come “Thanatos” e “Sanctus Spiritus”. Ci sono le chitarre che sono interessanti e sempre coloratissime, con riff belli serrati e veloci, ma purtroppo persi nel marasma di una quantità di elementi presenti che li soffocano e poi assoli non necessariamente ipertecnici quindi gradevoli, mai sbrodoloni o boriosi.
Quindi, come dovremmo considerare Haeretica Ecclesia? Questa è una domanda difficile, perché provando a considerare il disco da un punto di vista di fruizione, sono abbastanza convinto che un appassionato di power della vecchia guardia potrebbe non apprezzare moltissimo e di sicuro qualcuno che non ama particolarmente il genere non potrebbe mai cominciare con questo. Io sono uno che ascolta praticamente tutto ciò che il metal offre, in qualunque sfumatura e sotto-sfumatura e dirò che non l’ho disprezzato così tanto, quindi va bene per chi non ha pregiudizi sugli stili e ascolta praticamente tutto ciò che si può trovare in giro. E sono anche abbastanza sicuro che anche i fan di Powerwolf e Demons & Wizards farebbero fatica a mandare giù con serenità questo lavoro. Insomma, si poteva fare di meglio sia sul piano musicale che in quello figurato (la cover art è molto “povera”), ma anche di peggio.
(Scarlet Records, 2021)
1. Sanctus Spiritus
2. The Sword Of Sorrow
3. Come With Us
4. Thanatos
5. Pollution Is My Name
6. No More Place In Hell
7. The Doom
8. Famine
9. The Dusk Is Coming
10. Redemption