Arrivano da Bordeaux gli Ari, energico quintetto screamo che con Le Confort des Illusions (peraltro, copertina molto bella) debutta sulla lunga distanza dopo l’EP Un festin pour les vautours del 2021. Lo stile della band è un intrigante mix di screamo, appunto, hc, black, post-metal (tanto) e richiami anni Novanta e tutto ciò fa sì che l’energia e la passione punk e DIY degli Ari sia intrisa di atmosfere cupe e plumbee.
Le Confort des Illusions mostra una band affiatata, capace con gli strumenti in mano (dalle foto nel promo-kit non sembrano musicisti di primo pelo) e che riesce a trasmettere nei solchi la propria passione. Il genere proposto non è affatto cervellotico e contorto e sembra preferire le soluzioni che parlano direttamente alle emozioni di chi ascolta. Cascano quindi a fagiolo le scelte che vedono i Nostri rallentare, inserire parti melodiche che appunto sembrano pescare proprio dal calderone del post-metal. La formula funziona soprattutto in due pezzi, ossia il secondo brano del disco “Ecoute-nous faiblir” e la canzone conclusiva “La construction du mal-être”, in cui gli Ari sciorinano delle ottime soluzioni melodiche grazie ai riff di chitarra e alle strutture guidate dalla sezione ritmica (menzione d’onore al batterista, bravissimo, preciso e mai esagerato) che guida i brani alternando furiosi blast beat a parti più epiche e drammatiche. Le canzoni sono molto brevi e si arrivano a 5 minuti solamente con la già citata “La construction du mal-être” e forse avrebbero avuto bisogno di tempi lievemente più dilatati per poter esprimere la ricchezza di idee e ispirazioni che i nostri sembrano avere (avrebbe giovato ai pezzi una maggiore varietà nelle scelte del cantato). Intendiamoci, gli altri cinque brani non sono brutti, niente affatto, però sembrano mancare dell’energia dei due pezzi a mio avviso migliori e scorrono senza riuscire a incidere.
In Le Confort des Illusions non c’è niente di sbagliato, è un album pensato, composto e suonato bene e che porta persino delle intuizioni personali che rendono molto interessante il mix di generi padroneggiato egregiamente dagli Ari. Manca però quel guizzo, quel qualcosa in più che farebbe di questa uscita un disco memorabile.
(Voice Of The Unheard Records, 2024)
1. La crainte du commun
2. Ecoute-nous faiblir
3. Un festin pour les vautours, Pt. 1
4. Un festin pour les vautours, Pt. 2
5. Le confort des illusions
6. Age seize
7. La construction du mal-être