Gli Aset sono l’incarnazione parallela – e non è detto sapere se temporanea o meno – di membri di Seth e Oranssi Pazuzu. Il grande limite dei side project è quello di capire quanto ci possa essere di autentico in quello che fanno, quanto materiale di scarto proveniente dai dischi dei rispettivi progetti finisce per passare per “buono”. Difficile quindi approcciare gli album senza farsi condizionare dall’idea che si possa trattare di realtà con cui ingannare la noia. Si rischia di vedere le cose in modo viziato, e quindi di sminuire l’effettivo valore.
Concettualmente ispirato alla mitologia egizia, Astral Rape è un lavoro che lascia interdetti. Sia chiaro, è un ottimo album se lo guardiamo con gli occhi ingenui di chi non sa che cosa sta ascoltando, meno, se pensiamo che si tratta di un potenziale riempitempo. È ovvio che si dovrebbe essere sempre portati a pensare in modo libero da vincoli, ma non è sempre possibile. Restando su questa falsariga, e fermandoci quindi al solo aspetto sonoro, abbiamo tra le mani un ottimo disco, sotto tutti i punti di vista. Musicalmente i soggetti coinvolti non hanno nulla da imparare, e lo dimostrano ampiamente, in ogni frangente dell’album.
Il disco ha una sua dignità e una sua logica, va per la sua strada senza sosta, inarrestabile, fiero, a tratti marziale, monolitico, una continua – quasi ininterrotta – sfuriata di black metal suonato con competenza, perizia e lucidità che ci portano a guardare molto più ai Seth che non agli Oranssi Pazuzu, proprio per l’intransigenza sonora martellante che soffoca il respiro. Dissonante e piacevole, violento e oscuro, Astral Rape è un album che non può non accontentare tutti coloro che di queste sonorità sono soliti abbeverarsi.
(Les Acteurs de L’Ombre Productions, 2023)
1. A Light In Disguise
2. Abusive Metempsychosis
3. A New Man For A New Age
4. Lord Of Illusions
5. Astral Dominancy
6. Force Majeure
7. Serpent Concordat