
Nocturnal Birding arriva in occasione del ventennale della nascita di Author & Punisher, creatura multiforme di Tristan Shone, ingegnere meccanico che da due decenni ci accompagna in veste di one man band, insieme alle creazioni fantascientifiche, realizzate da lui stesso, con cui riesce a creare ciò che altrimenti non avrebbe mai potuto mettere in atto tramite strumenti tradizionali. Le sue creature sono strumenti a tutti gli effetti, ma soprattutto sono da considerare come autentiche opere di arte moderna. È lui stesso a progettarle e a realizzarle, in modo che possano soddisfare quelle esigenze sonore altrimenti non ottenibili. Il suo mondo artificiale si completa, nella versione live del suo progetto, con la “gabbia” cyberpunk industriale che lo racchiude, in un immaginario estetico che possiamo senza dubbio collegare ai migliori film di Cronenberg, quelli in cui il regista canadese riesce a sublimare la sua idea di commistione tra esseri umani e macchine. Nocturnal Birding è dedicato, a quanto ci tiene a sottolineare lo stesso Shone “a coloro che hanno perso la vita attraversando il confine tra Messico e Stati Uniti a causa di una crudele politica di prevenzione e deterrenza”. Che aggiunge anche: “Questa terra non è nostra da tenere stretta, né era nostra da prendere”. Concetti a cui Shone tiene parecchio, e che fanno parte del suo quotidiano, da quando, alcuni anni fa, ha iniziato a lavorare come volontario per Border Angels, una ONG che distribuisce acqua lungo il confine tra Stati Uniti e Messico. La migrazione degli esseri umani di cui è spettatore è sostanzialmente la stessa di quegli uccelli da cui ha preso il titolo per questo suo ultimo album. Durante tutte le interminabili notti in cui ha assistito i meno fortunati lungo il confine, Shone ha capito che dalle sonorità dei canti, e dai ritmi degli uccelli, poteva trarre ispirazione per il suo disco. Principalmente pensando che si potesse dare vita ad un disco, anziché in modo standard in studio, dal vivo, sul campo, a contatto con la natura. Tra gli ospiti che lo hanno accompagnato durante la creazione e la registrazione dell’album ci piace sottolineare la presenza dei francesi Fange di cui abbiamo già parlato diverse volte qui sulle pagine di GotR.
Come detto, quelli di Author & Punisher sono oggetti che non servono per creare intrattenimento o fare spettacolo, ma sono autentici strumenti. È da qui che bisogna partire ogni volta che approcciamo un progetto unico nel rompere le regole come questa creazione di Tristan Shone. Detto questo, passiamo al disco, che è ciò che conta davvero. Il disco è costruito in modo industriale, ma con un approccio diverso da come ci si potrebbe aspettare, e che individuiamo come incentrato sulla chitarra, e sulle modulazioni sonore della stessa. Nocturnal Birding si caratterizza quindi per essere uno degli album più intensi e pesanti della discografia di Shone. Un album che è una sorta di sublimazione del caos, ma che, come detto, nasce come esperienza sul campo durante un involontario birdwatching. Un album come sempre oscuro, intriso di quel futuro cannibale che forse in parte è già presente, ma che ancora non ha liberato i suoi tentacoli. Un album industriale come idea e come realizzazione, che non lascia fraintendimenti, e che punta diretto a creare quel ponte sonoro tra il mondo che conosciamo e quello che verrà, in un crescendo sonoro di metallo urlante. È il corpo che grida e che si ribella, ed è attraverso Author & Punisher che riesce, ancora una volta, a diffondere nell’etere il suono del suo dolore. Nocturnal Birding prosegue nella direzione della manipolazione sonora, e lo fa con una padronanza che ci permette di collocarlo in uno spazio che si slega dal concetto di tempo, e che si proietta, al tempo stesso, sia nel futuro che al di fuori di quel mondo in cui fino ad oggi aveva visto Shone muoversi come fosse all’interno di una comfort zone. Un disco che racchiude al suo interno tutta l’evoluzione di un suono che ci piace pensare come quello idealmente più vicino a rappresentare il disagio delle città in cui siamo rinchiusi, tra cementificazione inarrestabile, cieli sempre meno limpidi, asfalto soffocante e rumore del silenzio che ci circonda.
Tutto bellissimo, ma, la domanda ci gira in testa sin dalle prime note dell’album – se non ci fossero stati i Godflesh tutto questo oggi esisterebbe? Per molti progetti la risposta è scontata, ma per un autentico genio come Tristan Shone abbiamo ben più di un dubbio. Siamo infatti portati a pensare che Shone sarebbe arrivato lo stesso alle innovazioni geniali con cui oggi vive all’interno di uno spazio in cui non ha rivali.
(Relapse Records, 2025)
1. Meadowlark
2. Titanis (ft. Kuntari)
3. Mute Swan (ft. Megan Oztrosits of Couch Slut)
4. Black Storm Petrel (ft. Fange)
5. Titmouse
6. Titmice
7. Rook
8. Thrush


