Reset è un album dalla forza profetica che avanza a piccoli passi verso un futuro in nome dell’individualismo e della razionalità produttiva. Ogni aspetto della vita e della produzione musicale viene pianificato in base ad un apparente progresso, rinunciando ad ogni emozione la società odierna si ciba di illusorio benessere fisico e notorietà. Sulle orme di Aldous Huxley, i Bachi Da Pietra tracciano i confini del “mondo nuovo”, il migliore possibile, che in realtà è il peggiore che potremo mai figurarci.
Nel 2005 il blues-rock metallico, dal sapore di sangue e ruggine, del duo Succi/Dorella affiora dalle viscere della terra con Tornare nella terra. Nel 2007 Non Io conferma il loro blues sperimentale e sofferto; Tarlo Terzo non si fa attendere troppo e tra variazioni tetre e granitiche consolida la fama dei Bachi. Nel 2010 il quarto album Quarzo, si discosta dalla trilogia iniziale in favore di suoni più pieni non abbandonando mai la logorante malinconia tipica del duo. Quintale, quinto album in studio, è una tempesta elettrica impressa su un cielo grigio, torbido; Necroide termina la svolta metallica degli insetti che con martellate e scosse si liberano dai tarli. Giovanni Succi e Bruno Dorella sono creature insaziabili, oltre ad album solisti e grandi collaborazioni contiamo gli EP Festivalbug, Habemus Baco e lo split con Massimo Volume.
Reset, settimo album in studio, questa volta per Garrincha Dischi, rappresenta l’ennesima virata di stile dei Bachi Da Pietra che aggiungono alla formazione Marcello Batelli (basso e synth), musica e testi sempre di Giovanni Succi, arrangiamenti e produzione artistica del gruppo.
Il tipico sound primordiale composto da un drumming essenziale ed una chitarra in lontananza apre l’album. “Di che razza siamo noi” delinea il profilo degli insetti che già conosciamo, schivi ed ostili, a proprio agio nell’ombra, si muovono in un labirinto senza speranza seguendo la dolce linea di basso fino all’uscita. Luce. Affiorati tra gli inconsapevoli bipedi ci si accorge che l’oscurità non era poi così male, “Umano O Quasi” è un blues urbano che procede a tentoni su un synth quasi post-rock e tra note distorte porta a compimento la realizzazione di aver portato un peso troppo a lungo, quel peso che differenzia ogni essere: “sono un insetto e porto il peso che mi schiaccerà”.
L’unica certezza è che il miglior mondo possibile si sta costruendo proprio in questo momento. Lo sforzo di miglioramento é volto al suo progressivo peggioramento; la musica sta perdendo il suo valore, e noi stiamo assecondando questo declino. L’omologazione in atto si manifesta attraverso l’inutile lotta di chi sceglie la via più sicura, senza rischio, cadendo nel turbine di una riproduzione casuale ascoltata di sfuggita. É proprio questo peggio, che ci riesce tanto bene, la cosa migliore che potremmo mai realizzare; in un mucchio di parole che vanno in “Fumo” la chitarra si impone dura sul synth appena sussurrato. Una batteria vittoriosa accompagna Giovanni Succi nella proclamazione di “Meriterete”, avvertimento che sembra quasi una minaccia, prima della rivolta di “Insect Reset” che come il rock risorge da una ‘zolla amara di merda’.
È arrivato il momento di reinventarsi, “Comincia Adesso” è un inno alla dannazione eterna; è proprio nel peggiore dei tormenti che si trova la forza per affrontare un nuovo inizio. Un Dio non c’è e se c’è stato ci ha abbandonato, l’unica via di salvezza per la nostra stirpe distruttrice è un’alleanza che risieda nelle profondità della terra sconsacrata, non abbiamo bisogno di santi, né di dei.
I Bachi Da Pietra ci propongono il loro supporto in questa battaglia, contro l’incessante logorio, sulle acide note di “Ciao Pubblico”, la decisione è solamente nostra.
(Garrincha Dischi, 2021)
1. Di che razza siamo noi
2. Umani o quasi
3. Bestemmio l’universo
4. Pesce veloce del Baltico
5. Fumo
6. Meriterete
7. Insect reset
8. Il rock è morto
9. Comincia adesso
10. Ciao Pubblico