E bravi i Bad Bed. Li avevo menzionati nell’ultima parte dei GOTR Awards, la sezione in cui ho menzionato le cose che più attendevo. Adoro che non si siano fatti aspettare. The Globus Pilgrim è immenso e alieno, un disco cosmico ed evocativo. Un disco che non sta né in cielo né in terra, ma proprio in un’altra dimensione.
Entriamo in territori meravigliosi quelli in cui non sai cosa i tuoi piedi pestano, quelli in cui tutto ciò che vedi è ammantano da uno spesso strato di gas e polveri che formeranno stelle e galassie, quelli in cui la percezione della realtà non è che una barzelletta che fa ridere in quanto ridicola e non comica, quelli dello space rock, della psichedelia, siamo in territori in cui la musica la devi sentire con l’immaginazione, devi lasciarti trasportare. The Globus Pilgrim è un viaggio spirituale e cosmico parallelamente, talmente complesso e ampio da trasportarti in deserti abitati solo da ombre come in “No One Can Hear You”, in spiagge a prendere il sole con un cocktail (“Titanium Arm”) e in un pianeta completamente colorato di colori impossibili (“Claudine’s Stroboscopic Phobia”). Tutto questo è possibile perché questi ragazzi hanno tante idee e tanta passione, ma soprattutto una dimestichezza enorme con la strumentazione (li ho visti dal vivo e posso testimoniarlo). In un certo senso The Globus Pilgrim è un disco che fa rivivere i ricordi di alcuni ascoltatori. Io non ho potuto fare a meno di ricordare durante la riproduzione di questo disco quei momenti in cui Pink Floyd, Flying Saucers Attack e Hawkwind hanno occupato le mie giornate, questo disco è un inno a quelle sonorità e a quelle sensazioni e di sicuro questi ragazzi devono ancora maturare, ma qui c’è solo da aspettarsi altra grande musica, colorata e infinita.
Non è un ascolto facile o per tutti The Globus Pilgrim. È un ascolto che richiede pazienza e mente aperta perché è un disco paziente e aperto. Capace di muovere la fantasia e lo spirito fantascientifico dell’ascoltatore con suoni e soluzioni infiniti come l’universo stesso. È un disco alieno e va ascoltato dall’inizio fino in fondo senza distrarsi un momento perché proprio in quel momento in cui si perde attenzione ci si potrebbe perdere qualcosa di inaspettato e infinitamente bello, esattamente come tutta la musica qui contenuta. Tu che leggi, se ti sei un amante del migliore space rock esistito, dei Flying Saucers Attack, Steve Hillage, Khan, Pink Floyd e soprattutto i grandi La Morte Viene Dallo Spazio allora sei nel posto giusto e questo disco è per te, fallo tuo perché potrebbe benissimo essere uno dei migliori dischi italiani del 2022.
(Autoproduzione, 2022)
1. Globus
2. Claudine’s Stroboscopic Phobia
3. Titanium Arm
4. No One Can Hear You
5. Globi
6. Human Being
7. Globo