Gli Esben and the Witch hanno fatto scuola con il loro particolare modo di coniugare post-metal, post-rock, drone, rallentamenti doom che, attraverso crescendo cinematografici e carichi di pathos, deflagravano e rilasciavano una tensione positiva accumulata durante i vari pezzi. Abbiamo avuto nel tempo altre band che, con risultati alterni (e alle volte anche migliori dell’ultimo parto degli anglo-tedeschi) si sono incamminati su questa strada, e i francesi Bank Myna possono tranquillamente rientrare in questo gruppo. E per fortuna il presente Eimuria soddisfa appieno le attese di chi cerca appunto queste sonorità così particolari. Circa tre anni fa i Nostri hanno esordito con Volaverunt, e si parte proprio da quel lavoro per sviluppare le avviluppanti trame di Eimuria: i riferimenti sonori possono essere ritrovati nei già citati EatW, nei The Gathering di Mandylion e Nightime Birds, in qualcosa dei The Angelic Process (le eruzioni vulcaniche a base drone per esempio), nei più recenti Iress e BLODET. Anche in questo caso una voce femminile tratteggia con maestria i paesaggi sonori che visiteremo nelle cinque tracce presenti nel disco: si tratta di Maud Harribey, cantante tecnicamente molto dotata, in grado di passare con disinvoltura da registri più dolci e soavi ad altri più aggressivi, maligni quasi, tanto torbidi quanto oppressive sono certe atmosfere dell’album. La suddetta si occupa anche di violino e tastiere, mentre chitarra, basso e batteria/percussioni tessono intorno alla sua voce trame multiformi ma dalle tonalità sempre grigio-scure. Il disco è stato registrato in presa diretta, e ciò amplifica la pienezza e corposità dei suoni che sono pieni e caldi.
L’incipit affidato a “No Ocean Of Thoughts” è onirico, basato su tappeti drone e chitarristici: quasi un mantra, il brano mette subito in chiaro un’altra caratteristica distintiva dei Bank Myna, la catarsi. I loro brani seguono in larga misura pattern rituali che inducono alla riflessione, all’ipnosi quasi: le pulsazioni ai limiti del post-punk del basso nel secondo brano “The Shadowed Body” (forti qui gli echi dei primi EatW) puntellano un percorso sonoro che l’ascoltatore seguirà attraverso buie ed intricate foreste. Il senso di oppressione si fa sempre più forte man mano che il brano avanza ed esplode nella sua furia elettrica, ma come travolgono le scariche elettriche ancor più aumentano la tensione i momenti di stasi che seguono, dove la voce è l’unica guida in un cielo nero dove, di tanto, si intravedono lampi che annunciano una nuova, imminente, tempesta. In altri brani si mettono da parte i chiaroscuri creati dall’opposizione forte-lento per concentrarsi più sull’aspetto rituale sopra citato: è il caso di “The Other Faceless Me”, ma in linea di massima i Bank Myna amano molto giocare con i climax, e va bene visti i risultati portati a casa anche con le successive tracce, che nei momenti più solenni si avvicinano davvero molto a quanto fatto dai primi The Gathering.
Non vogliamo indugiare ulteriormente in un track-by-track fondamentalmente inutile, i tratti distintivi di Eimuria li avrete ormai già intuiti. Molto bravi i Bank Myna a regalarci un lavoro caratterizzato da crescendo sontuosi e carichi di pathos, con una tensione palpabile, sacra quasi, con continui rimandi a post-rock, post-metal, drone e doom (gaze), un disco in grado di far conoscere i Nostri a platee più ampie, in modo da permettere ai parigini di riscuotere i meritati plausi.
(Medication Time Records, Araki Records, Stellar Frequencies Records, 2025)
1. No Ocean Of Thoughts
2. The Shadowed Body
3. The Other Faceless Me
4. Burn All The Edges
5. L’Implorante