Basara è un progetto nato a Venezia nel 2014 dalla volontà di Marco (batteria) e Tini (chitarra) che decidono di formare una band hardcore/grind con qualche sfumatura atta a rendere più dinamica la proposta musicale. Il moniker basara (伐折羅) nella lingua giapponese indica un approccio libero e non convenzionale, e venne applicato in particolare a un importante gruppo di Samurai che, nel Giappone del Cinquecento, interpretarono il loro ruolo e il loro potere con indipendenza e anticonformismo. Nel giro di qualche anno la formazione si assesta diventando un quartetto e pubblicando nel 2017 l’esordio Terra Impura.
Grazie ad un più che buono lavoro in studio, i quattordici brani del disco emergono furiosi, fieri e devastanti. Accanto ai classici tornado grind di una manciata di secondi (“American’s Terrorism part 1 & 2” e “The Path Is Carved Into The Skin”) il grosso dell’album verte più su di un hardcore massiccio ed a volte schizzato sorretto da una chitarra che non rinuncia mai al groove con le sue ritmiche da headbanging continuo. La sezione ritmica oltre al classico modello schiacciasassi non disdegna incursioni in qualcosa di più “alto”. Il cantato è sempre abrasivo, rabbioso e si adagia al meglio su ogni brano, dal più diretto al più elaborato. Proprio sulla varietà vale la pena spendere due parole. Fin dall’opener “Profumo (Tributo Alla Follia)” si percepiscono degli elementi non proprio tipici del genere come frequenti cambi di tempo uniti all’ottimo groove della sei corde, che si fa a volte più marcia (“Lithopedion”) o altre più curata (“Tatsumaki”). Non mancano gli assalti frontali che non lasciano scampo come le schegge “Semtex Nation” o l’attacco sonoro a nome “Le Mie Fertili Ceneri” o la cupa “Cellula Aploide”. Nei meandri dell’album compaiono anche delle piccole sorprese come “Plagio” e “Blatta”, entrambe schizzate, folli e dal tasso tecnico non indifferente pregne di sfumature e dal minutaggio alto per i canoni del genere che lasciano davvero un’ottima impressione nei timpani dell’ascoltatore.
Terra Impura è davvero un buon lavoro, vario, violento quanto basta e dal songwriting mai banale o troppo scontato. Consigliato a tutti gli amanti dell’estremo ma anche da chi pretende qualcosa in più dal semplice deflagro sonoro.
(Autoproduzione, 2017)
1. Il profumo (tributo alla follia)
2. Lithopedion
3.Tatsumaki
4. Semtex nation
5. American’s terrorism part 1
6. Le mie fertili ceneri
7. Disagio
8. The path is carved into the skin
9. Cellula aploide
10. Plagio
11. Blatta
12. American’s terrorism part 2
13. Seminario del peccato
14. Hibakusha