I francesi Benighted continuano inarrestabili la loro avanzata nel metal estremo, dando alle stampe l’ottavo album da studio. Considerando la loro forte personalità, unita ad alcune piccole ma costanti mutazioni che hanno subito durante una lunga ed onorata carriera, si era venuto a creare parecchio fermento in attesa di quest’ultima pubblicazione e le aspettative erano piuttosto elevate… Saranno state mantenute? Lo scopriremo sviscerando a fondo Necrobreed.
Bastano i primi brani per assaporare un sound più oscuro e maggiormente orientato alla vecchia scuola rispetto all’pubblicazione: tornano prepotentemente alla ribalta le ritmiche serrate e brutali presenti in Identisick ed Icon e non mancano le solite contaminazioni black metal che avevano contraddistinto i primi lavori. “Hush Little Baby” è un’intro angosciante dalle tinte horror che aiuta a calarci nel mood del disco; si parte poi all’attacco con “Reptilian”, brano veloce ed incalzante con batteria terremotante, piogge di blast-beats e riffs serrati che si alternano ad alcuni arpeggi melodici che fanno immediatamente presa nella mente dell’ascoltatore. “Forgive Me Father” fa sfoggio di alcuni up-tempos devastanti, mettendo in risalto l’urgenza del death/grind stile Misery Index, Coldworker e Dying Fetus. Non mancano episodi brutali e tritaossa quali “Der Doppelgaenger” e “Monsters Make Monsters”, nei quali i Nostri danno sfogo al loro lato più aggressivo mettendo in risalto riff quadrati e ritmiche robuste, rimanendo al contempo snelli ed efficaci. Sul finale si colloca l’incredibile doppietta formata da “Reeks of Darkened Zoopsia” e “Mass Grave”, nei quali viene rispolverata la curiosa quanto incredibile mistura sonora ideata dai Benighted che risponde al nome di “blackend brutal-death metal”: tra ritmiche incalzanti, cambi di tempo esplosivi e, sul finale, alcuni riff vorticosi mescolati ad un’atmosfera tanto epica quanto angosciante. Il colpo di grazia per l’incauto ascoltatore che si sarà addentrato nei folli meandri di Necrobreed.
Mi sento di poter affermare con una certa serenità che Necrobreed potrà facilmente reclamare un posto nella classifica dei migliori dischi estremi del 2017: curato e maturo sotto ogni punto di vista, dal songwriting all’aspetto esteriore, l’ultima fatica dei Benighted viene impreziosita da tematiche complesse ed attuali, caratteristica che ha sempre contraddistinto il combo francese. Parliamo dunque di un’opera dunque che catturerà l’attenzione di tutta la frangia estrema dei metallari e che non mancherà di accaparrarsi qualche nuovo fan.
(Season Of Mist, 2017)
1. Hush Little Baby
2. Reptilian
3. Psychosilencer
4. Forgive Me Father
5. Leatherface
6. Der Doppelgaenger
7. Necrobreed
8. Monsters Make Monsters
9. Cum with Disgust
10. Versipellis
11. Reeks of Darkened Zoopsia
12. Mass Grave