Vengono da Stoccolma i Besvärjelsen, ma la loro musica non ha nulla del freddo e del boschivo che ci si può aspettare da un gruppo (metal in questo caso) proveniente dalla Svezia. I cinque si muovono infatti più sulle coordinate aride e desertiche dello stoner e del rock psichedelico, un’intelaiatura a contorno di un corpo principalmente heavy ottantiano e doom, soprattutto quello di matrice melodica e epica. Pensate ai The Flight of Sleipnir privati delle influenze black e con una (ottima, tra l’altro) voce femminile a fare da traghettatrice: il riferimento potrebbe esservi di aiuto per intuire cosa aspettarvi da Atlas, loro secondo full.
Dieci pezzi epici e battaglieri nei quali si lascia ampio spazio alle chitarre, in larga misura grasse e piene ma sempre con un occhio di riguardo alle melodie, che rendono il lavoro fruibile e di impatto. E la prova vocalica dicevamo: Lea Amling Alazam si dimostra perfetta nell’interpretare con passione e trasporto i vari pezzi, sia nei frangenti più aggressivi sia in quelli più malinconici e atmosferici. E’ questo il caso di “Clouds”, uno dei singoli scelti per introdurre il disco e canzone di grande pathos, che poggia su una interpretazione maiuscola della Nostra, ma sono su questo stesso piano anche “Paradise” e “Descent”, di fatto gli unici momenti nei quali il tiro dei Besvärjelsen rallenta leggermente per dedicarsi a parentesi più rarefatte e liquide. In tutti gli altri casi siamo infatti di fronte a canzoni trascinanti, talvolta tamarre se vogliamo, ma di gran forza e dal passo spedito: il lavoro dei Nostri in questo senso è encomiabile essendo stati in grado di infilare di fatto nove possibili singoli uno dietro l’altro (escludendo un intermezzo strumentale), senza un solo calo di tensione, mettendo in mostra una padronanza della materia e una spigliatezza assolutamente notevoli.
Solo applausi per i Besvärjelsen dunque, autori di una prova maiuscola magari non così unica e distinguibile (sono ormai diverse le band che propongono soluzioni di questo tipo), ma che riesce a farsi largo a spallate (e che spallate!) guadagnandosi un posto in piena luce. Al secondo full album non era scontato avere un risultato di questo tipo ma Atlas saprà conquistarvi caratterizzandosi per la sua capacità di imprimersi nella vostra testa per poi rimanerci per diverso tempo.
(Magnetic Eye Records, 2022)
1. The Cardinal Ride
2. Acheron
3. Clouds
4. House Of The Burning Light
5. Paradise
6. Digerliden
7. Descent
8. Celestial
9. Obscured By Darkness
10. Divided Ends