Da ormai più di 20 anni i Between The Buried And Me fanno parte della scena musicale internazionale, sono stati uno dei gruppi di punta del secondo metalcore. Sicuramente abbiamo davanti un album che già dal nome è un rimando al passato e anche le loro scelte musicali sembrano rifarsi al loro momento d’oro, Colors (senza II), l’album che li ha cementati come una stella della musica metal, metalcore, che dir si voglia. Senza voler far partire polemica, non ho ascoltato bene Coma Eliptic e Automata I ma per quello che ho sentito la band si era buttata nel mondo del prog e ci siamo un po’ salutati. Non mi piace il genere puro, se non come influenza parziale, e nonostante un amore sfegatato per tutti gli album precedenti mi sono tenuto i ricordi del concerto che ho visto a Londra nel 2012 e basta. Automata II non mi ha fatto gridare di gioia ma sicuramente mi ha risvegliato ricordi sopiti ormai grazie a “Voice of Trespass”. Era canzone da cantare, con uno stranissimo mix di musica da saloon e metal, ottima.
Ormai è il 2021, e siamo qui con Colors II. Ce n’è per tutti in questa kermesse di suoni che dura ben più di un’ora, una lunghezza che però è tipica per loro. Nonostante sia un grande album (spoiler), viene da pensare che i membri del gruppo si siano detti tra sé e sé: “ok, che ne dite se Colors ma II?” dandosi una gran pacca sulla spalla tutti contenti. Per un vecchio fan come me è un’ora di amarcord con qualche sprizzo extra di prog e componenti elettroniche. Assolutamente delizioso ma anche un po’ agrodolce visto che in svariati punti e soluzioni di scrittura la band a volte si ripete, si ricicla, senza tentare tanto di nascondersi. Infatti qui il death metal e il prog, più King Crimson che mai, si fondono esattamente come le ho sentite un tempo. Se mi avevano spiazzato allora, qui mi fanno sorridere. Ascoltandole ho ancora 16 anni.
Ci sono parti però dove i BTBAM mostrano di essere una band che può ancora sorprendere. Parzialmente, questo accade in parti centrali di canzoni come “Revolution In Limbo” e “Never Seen/Future Shock”, che risultano più fresche delle soluzioni neo-classiche di scale e melodie rimpallate tra le chitarre, fino ad arrivare ai gioielli dell’album, “Fix The Error”, la “canzone da video” incredibilmente divertente e molto più varia come stili e “The Future is Behind Us”, senza dubbio la migliore canzone dell’album. Ha un tono ammiccante e buffoneggiante proprio come la precedentemente menzionata. Si intrecciano in modo veramente azzeccato growl, puliti, synth, sample (ci sono anche i mitici YELLO!). La canzone ha anche un testo, a mio parere, che mi sta urlando di un artista che sa di ripetersi ma che è bloccata nelle sue strutture mentali. Sembra pure che si scusi: “My mind is to blame / What the fuck / Stuck in our last season / Bite off our headless fever”. Chapeau.
Per concludere: li conoscete già? ascoltateveli, vi possono sorprendere se riuscite a non compararlo troppo a Colors (cosa che ho rischiato di fare anche io). Non li conoscete? Mettetevi in poltrona, prendetevi un’ora o più per riascoltarveli, e potrebbero farvi esplodere il cervello, un po’ come accaduto con me a 16 anni, ne vale veramente la pena.
(Sumerian Records, 2021)
1. Monochrome
2. The Double Helix of Extinction
3. Revolution in Limbo
4. Fix the Error
5. Never Seen / Future Shock
6. Stare into the Abyss
7. Prehistory
8. Bad Habits
9. The Future Is Behind Us
10. Turbulent
11. Sfumato (Instrumental)
12. Human Is Hell (Another One with Love)