La prima release dell’anno a casa Pelagic è dedicata alla band di origini turche ma di stanza a Berlino Bipolar Architecture. Con il loro secondo lavoro Metaphysicize il combo affina quanto già di buono abbiamo sentito nel loro primo full-length Depressionland.
Il suono peculiare dei Bipolar Architecture, composto da un post-metal pesantemente ibridato con djent e post-black, viene ulteriormente affinato. Fin dal primo arpeggio di “Metaphysicize” traspare un senso di disperazione che perfettamente viene interpretato dallo scream del cantante e chitarrista Sarp Keski. Un approccio vocale finalmente perfettamente integrato (nel precedente lavoro le vocals peccavano di troppa enfasi ) sia nelle parti più clean che nelle sfuriate dal sapore djent che si susseguono. La furiosa “Death of The Architect” nei suoi riff circolari e nei blast beat splende di luce propria, aprendosi nell’epico finale. Episodi più contemplativi come “Kaygı” si saturano ed esplodono in un blackgaze colmo di armonizzazioni dal forte impatto emotivo per poi rallentare in chiusura. L’ottimo lavoro di drumming spicca in tutte le tracce e trova nella conclusiva “Dysphoria” un equilibrio tra velocità e pattern ritmici intriganti. Unica pecca da segnalare è una certa ripetitività nella scrittura dei brani che alternano parti in clean a sfuriate in blast beat che rallentano in drop in maniera piuttosto prevedibile.
Nonostante le osservazioni evidenziate, Metaphysicize è un album viscerale che mostra l’enorme potenziale della band. Siamo convinti che la strada intrapresa sia quella giusta e non possiamo fare altro che consigliare l’ascolto a chi ama potenza ed epicità nei brani.
(Pelagic Records, 2024)
1. Metaphysicize
2. Disillusioned
3. Death of The Architect
4. Kaygı
5. Alienated
6. Immor(t)al
7. Dysphoria