Il quartetto canadese Bison, ora divenuto Bison B.C. – con due ex-membri dei 3 Inches of Blood nella propria line-up – torna a far parlare di sé dopo cinque anni, intervallati solo da un EP, con un nuovo lavoro, intitolato You Are Not the Ocean, You Are the Patient. Il titolo molto evocativo e pregno di significato lasciava intendere una sorta di voglia di spingersi oltre al proprio sludge/post-metal, riuscendoci però solo in minima parte, avvicinandosi timidamente ad un obbiettivo troppo sfocato.
Di qualità il disco ne avrebbe diverse ed in questa sede si partirà direttamente da quelle. Si parlava di possibili sperimentazioni e difatti sono presenti in brani come “Tantrum” e la finale “The Water Becomes Fire”, dove ai classici stilemi tipici del gruppo, ossia la devastazione sonora diretta e sfrontata, si uniscono deliziosi inserti di strumenti ad arco e pure a fiato che rendono incredibilmente variegate le composizioni – più oscura la prima, più pacata e riflessiva la seconda. I reali problemi, o presunti tali, arrivano nei rimanenti brani che, tralasciando l’opener “Until the Earth is Empty” con le sue chitarre piene ed un basso grasso ben in evidenza, tendono a far sbadigliare troppo. Se nella prima traccia il classico cantato hardcore, gli assoli fulminanti ed un riffing asciutto e deciso contribuivano a coinvolgere ottimamente, tutto il resto si adagia troppo sull’essere pesante ed oscuro (con una sezione ritmica troppo monolitica) che si scarica nel giro di poco senza lasciare nulla all’ascoltatore. Tutto suona insipido, con una costruzione delle canzoni troppo diretta, circolare e ripetitiva e non basta quel senso di apocalisse e furia che sbucano fuori in maniera sporadica. Pezzi come “Anti War” o la devastante, ma non come ci si aspetta, “Drunkard” fanno vedere i muscoli ma smarriscono la via all’interno del proprio recinto senza rendersene conto. Altro esempio è “Raiigin” che parte a raffica per poi spegnersi inesorabilmente lasciando il vuoto dietro di sé.
Un disco troppo di mestiere, rivolto alla classica schiera di appassionati irriducibili, ma latente dal punto di vista dell’intrattenimento verso altri possibili fruitori. Peccato che dopo parecchi anni di assenza si decida di presentarsi con un album debole come questo. Non ci si aspetti troppo.
(Pelagic Records, 2017)
1. Until The Earth Is Empty
2. Anti War
3. Drunkard
4. Kenopsia
5. Tantrum
6. Raiigin
7. Water Becomes Fire