I Black Rainbows sono una di quelle band che equivalgono a certezza: passano gli anni ma la passione e la dedizione non sono mai venuti meno, neanche dopo sette album. Il nuovo Cosmic Ritual Supertrip prosegue quindi la visione del trio nostrano dedito alla più totale dedizione per lo stoner rock e la psichedelia dalla forte impronta settantiana, oltre che atmosfere oscure proto-doom atte a rendere la proposta musicale più incisiva e variegata.
L’album presenta tutte quelle caratteristiche che rendono piacevole un disco stoner. Ci sono tantissimi riff di chitarra modello bordata infuocata come l’incendiaria “Fire Breather”, la distruttiva “Master Rocket Power Blast” o la potente “Sacred Graal”. Pezzi quadrati ed immediati ideali per la sede live, ma non sono da meno le incursioni più rock’n’roll graziate da vocals sporche ed alcoliche accompagnate dal fuzz della sei corde dell’opener “At Midnight You Cry” (che però non impressiona del tutto) oppure dell’heavy rock sporcato di blues a nome “Isolation”. Nulla di trascendentale o particolarmente originale ed è forse questo sia il pregio che il difetto. L’album funziona bene ma si ferma lì, e potrebbe essere tranquillamente scambiato con un altro con il medesimo risultato. Non mancano i proverbiali rallentamenti al sapore di doom come la sulfurea “Universal Phase” che si imbizzarrisce poi sul finale a suon di groove desertico, la sfiancante “Snowball” (piattissima purtroppo) o la dannata “Glittereyzed” persa tra aride terre e buio totale. Ed ovviamente non poteva rimanere esente l’heavy psichedelia più acida e lisergica a completare il mosaico. L’assolo melodico di “Radio 666” rende il trip più piacevole e lo stesso si può dire dell’epico assolo di “Hypnotized By The Solenoid” che bilancia alla perfezione le dilatazioni strumentali ossessive della sezione ritmica. E per concludere ecco una ballad lisergica chiamata “Searching For Satellites I&II”, acustico viaggio nella perversione mentale allucinata che però avrebbe potuto essere qualcosa di più.
C’è passione e tecnica per rendere fluido e coinvolgente l’ascolto e sicuramente dal vivo non faranno prigionieri, come è loro consuetudine, eppure resta un po’ di amaro in bocca dati i troppi cliché, e un certo adagiarsi su stilemi fin troppo usati. Non c’è quel brano che faccia gridare di piacere o un particolare giro ritmico che scuota la sinapsi.
Per concludere: l’album fa il suo egregio lavoro ma difetta di quella scintilla magica che la band ancora non riesce a trovare se non a scatti. Consigliato, ma non ci si aspetti il disco della vita.
(Heavy Psych Sounds, 2020)
1. At Midnight You Cry
2. Universal Phase
3. Radio 666
4. Isolation
5. The Great Design
6. Hypnotized by the Solenoid
7. Master Rocket Power Blast
8. Snowball
9. Glittereyzed
10. Sacred Graal
11. Searching for Satellites Part I & II
12. Fire Breather
7.0