Parlando dei Bonecarver è necessario fare un piccolo salto nel passato, correva infatti l’anno 2013 quando una formazione spagnola dedita al deathcore prese vita con il moniker Cannibal Grandpa, sin dall’album d’esordio diedero prova di grande attitudine, dedizione e capacità di proporre brani dal songwrting fresco ed accattivante, poi dopo aver pubblicato due album da studio, decisero di cambiare nome alla band ed ecco che la scelta cadde su Bonecarver.
Dopo questo “rebranding” i Nostri hanno pubblicato un terzo album nel 2021 ed ecco arrivare ora sugli scaffali la loro ultima fatica intitolata Carnage Funeral. Una caratteristica che salta subito all’orecchio, dopo pochi minuti d’ascolto, è l’avvicinamento da parte dei Bonecarver a quel filone symphonic deathcore e blackened deathcore che attualmente sta andando per la maggiore e che ha portato alla ribalta formazioni quali Lorna Shore e Shadow of Intent. Spetta alla title-track dare il via alle danze aprendo con un incipit oscuro ma allo stesso tempo magniloquente, che ricorda in particolare una sorta di colonna sonora facente parte di un kolossal fantasy/sci-fi, ecco poi sopraggiungere un assalto deathcore che colpisce come un diretto di Mike Tyson, grazie a riff snelli e veloci, drumming dinamico ed una serie di breakdown inanelati con maestria risultando possenti e ficcanti. Giunti a “The Reckoning” troveremo un brano cadenzato dal sapore death/grind che strizza l’occhio a formazioni quali Misery Index e Dyscarnate, tra scariche di blast beat, rasoiate di basso e breakdown spezzacollo accompagnati da growl gutturali, per poi sul finale cedere nuovamente il passo a melodie sinfoniche e stentoree; questa dicotomia tra “deathcore classico” e “sinfonico” viene accentuata in brani come “Morgue Desecrator” e “Horror Disorder” in cui le parti di tastiera dal piglio orchestrale à la Dimmu Borgir si alternano con soluzioni dal taglio maggiormente old-school ed alcuni riff blackend-deathcore che ricordano le ultime opere dei Carnifex, tra accelerazioni al fulmicotone e mid-tempos granitici. La conclusione viene affidata a “Bereavement”, caratterizzata da un inizio cadenzato tutto muscoli e groove, per poi aprirsi ad alcuni incursioni melodiche ed andando a mitigare la furia belluina di questo platter nel finale, che sfuma verso un sound pacato che ricorda quanto udito nell’intro.
Quello che colpisce, ascoltando Carnage Funeral, è la dimensione personalissima in cui i Nostri sono riusciti a collocarsi andando ad abbracciare influenze sinfoniche ed ammiccanti al black metal senza però ridursi a scimmiottare altre realtà da tempo avvezze a questo tipo di contaminazioni ne rinnegano le proprie origini: in questo album infatti troviamo sempre ben riconoscibile ed in primo piano il trademark della band, inoltre sarà impossibile non farsi trascinare dal loro sound e ritrovarsi quindi a saltare e scapocciare forsennatamente. Non posso che ritenermi più che soddisfatto dai Bonecarver, augurandomi che presto decidano di organizzare qualche sortita live nel Bel Paese, permettendoci di godere appieno delle loro potenzialità e capacità compositive.
(Unique Leader Records, 2022)
1. Carnage Funeral
2. Ancient Atrocity
3. The Reckoning
4. Thorned
5. Pillars of Tragedy
6. Morgue Desecrator
7. The Red Wake
8. Horror Disorder
9. Bereavement