Viene dalla Tunisia il progetto solista Brood Of Hatred, che dopo una serie di dischi uno migliore dell’altro come Observing e Identity Disorder, confeziona un nuovo bellissimo disco intitolato The Golden Age e questo disco lo è, d’oro.
Death metal a questo punto della storia ne abbiamo sentito in tutte le salse, infatti The Golden Age non porta roba fresca o rivoluzionaria e forse non era nemmeno quella la sia intenzione, però è roba di grande spessore e profondità. Ha anche una sua personalità. Il death metal contenuto in questo disco si fregia di due caratteristiche all’apparenza contrastanti, però basta immergersi anche un minimo per rendersi conto che la dissonanza e la melodia vanno a braccetto. Logicamente, il risultato dovrebbe essere una dissonanza ulteriore, ma così non è perché il sottofondo è fortemente atmosferico e fa da supporto al tutto e con questo tappeto morbido ogni dissonanza e ogni melodia, ogni colpo di batteria e il ruggito della voce risultano fluidi. Le soluzioni di scrittura sono elaborate, sì, ma allo stesso tempo non tendono a complicarsi; per estensione la fruibilità di The Golden Age è al massimo. Chitarre arpeggiate pulite si mescolano a blast beat furiosi, la voce che può ricordare quella di Piotr Wiwczarek dei Vader, quindi molto comprensibile e di natura più rabbiosa che mostruosa. Pezzi come “Uncertainty” e “The Uncarved Block” sono le vere perle di The Golden Age, contenitori delle caratteristiche principali di queste sonorità così aggressive e allo stesso tempo calde e avvolgenti.
Album assolutamente consigliato se si è fan di gente come Stagwounder o degli ultimi Ulcerate, ma con una punta di accessibilità in più. Seriamente bello questo disco, si apre a più chiavi di ascolto senza nessuna ostilità, un disco positivo nella sua forte malinconia.
(Gruesome Records, 2022)
1. God Over Demons
2. Self-Destruction
3. Genesis
4. Uncertainty
5. The Golden Age
6. The Mask Of Death
7. The Uncarved Block
8. Astral Projection