Diversamente da altri paesi europei in cui la possibilità di emergere dal puro livello underground è notevolmente più alta, a causa anche di un diverso modo di vivere la musica, in Italia cercare di sopravvivere e di veicolare la propria musica diventa un vero e proprio sforzo di sopravvivenza. E un tale approccio è ancora più ingigantito nella scena musicale “estrema” dell’Italia del sud, in cui gli artisti, per riuscire da quel clima di sordità, devono produrre sforzi inimmaginabili e dispendiosi finendo spesso per gettare la spugna. Per questo è sempre giusto dare risalto a chi, in ciò che propone, coltiva il germe del male in maniera propositiva e ispirata. Questo è il caso dei catanesi BuiOmegA, fautori del loro primo full-length Decay. Glaciali e ieratici nel loro incedere, le dieci tracce che compongono Decay rappresentano quasi un percorso purificante, in cui la musica aiuta a espiare, ma non a debellare, le colpe dell’indifferenza della società moderna. Sempre in bilico tra doom, sludge e atmosfere black metal, i siciliani hanno ben imparato e assimilato la lezione dei Neurosis, dei Cult of Luna e dei Mastodon più post.
Già dalle prime tracce viene fuori il malessere dovuto all’individualismo di un mondo che sembra andare troppo veloce per potersi accorgere della vita di ognuno di noi, portandoci quindi all’esasperazione e alla manifestazione spudorata della propria vita privata, ogni oltre limite di decenza. Il singolo apripista “Rotten Eden” scorre come uno schiacciasassi sfornando riff e aggressività che richiamano anche gli High On Fire, creatura malsana di un certo Matt Pyke che non può non essere un’ispirazione per chiunque si approcci a tale genere. Le linee guide indicate dal combo sono granitiche e inequivocabili, in cui episodi che pescano a piene mani dal mondo hardcore e black (“The Night Before”) si alternano a vere e proprie deflagrazioni post-death (“B_H”) e momenti romanticamente putrefatti (“Deneb”), lasciando intravedere anche una vena prog negli arrangiamenti di Mastodoniana memoria (“Gaia”, e la bellissima “As Above So Below”) che impreziosiscono il lotto denotando come i cinque catanesi siano riusciti a riassumere e rendere interessante un suono altrimenti fin troppo inflazionato. Il principale merito delle composizioni di Decay è infatti di non far eccessivamente scadere nel freddo deja-vu sonico l’intero lavoro, il quale risulta sincero e oscuramente genuino nonostante non si esca fuori da certi canoni stilistici. La produzione risulta in generale azzeccatissima per la proposta e la dinamica viscerale del gruppo viene fuori traccia dopo traccia, risaltando il muro sonoro delle chitarre – mai fuori posto – e l’imponenza di una sessione ritmica compatta e funzionale.
Decay non è comunque esente da piccoli peccati di gioventù su cui i BuiOmegA avranno sicuramente tempo di lavorare, come le voci forse troppo monotone e ripetitive, oppure l’eccessiva omogeneità della proposta, la quale però rappresenta un buona partenza su cui lavorare per tentare di scrollare le evidenti e ancora troppo ingombranti influenze. Decay è a conti fatti un disco intenso che rappresenta un ottimo trampolino di lancio per la band, riuscendo a destare curiosità per le evoluzioni venture. Vi teniamo sott’occhio!
(Autoproduzione, 2017)
01. Intro
02. Rotten Eden
03. The Night Before
04. Worm’s Age
05. Weeping Earth
06. Gaia
07. As Above So Below
08. Deneb
09. B_H
10. Outro