Ci sono così tanti modi possibili per introdurre i Bushi, presentandone ogni peculiarità e sfaccettatura, che ho scritto e riscritto questo incipit una buona decina di volte prima di arrendermi. Ci provo con uno sterile elenco: la band nasce dalla mente poliedrica di Alessandro Vagnoni, ed è già un dato di interesse, dato che troviamo il batterista (già con Bologna Violenta, Ronin, Drovag) in veste di chitarrista, autore e arrangiatore; per di più il progetto è interamente basato su un concept originale – l’epopea dei Samurai – trattato con massima fedeltà e rispetto, anche estetico e formale, dato che i testi dei brani sono a tutti gli effetti degli haiku; e non possiamo sottovalutare la ricetta sonora, del tutto inedita, multiforme, indefinibile, e ulteriormente impreziosita dall’ingresso in formazione del sassofonista Sergio Pomante (Captain Mantell, Sudoku Killer, ex-Ulan Bator).
Se questo flusso di stimoli non fosse sufficiente, c’è anche da dire che questo secondo album The Flawless Avenger è stato pubblicato in un formato fisico singolare, ovvero un volume che contiene, oltre al CD, delle bellissime illustrazioni rappresentanti i vari brani.
Bene, ma la musica com’è? Indefinibile, abbiamo detto, nella forma come nelle modalità di esecuzione. Si tratta di una forma di heavy rock complesso, farcito di prog, math, noise con un modus delirandi che va dal pattoniano al claypooliano, caratterizzato da un tono di chitarra inusuale, dovuto all’accordatura anomala (tutte le corde in Sol). A ciò si giustappongono un sax allucinato, che per l’uso ritmico pienamente inserito nella composizione non può che riportare agli Zu, e di contro una voce fluida, melodica, che rappresenta l’elemento più easy listening. Potrebbe sembrare un indigeribile pastrocchio, e invece scorre tutto così bene che l’ascolto si fa magnetico: vi sfido a non restare intrappolati nel giro di chitarra di “Master of the Sword [I, 45]” o a non canticchiare il ritornello di “A Man from China [I, 81]”.
La somma delle parti è quindi molto meno complessa di quanto si possa pensare: è complicata l’idea ma non l’atto pratico, come se la fantasia e l’abilità dei musicisti convergessero nella ricerca del brano che imprima, piuttosto che nel colpo a effetto che non lasci alcuna scia al proprio passaggio.
Bushi si configura quindi come un progetto curatissimo, dall’estetica alla scrittura, dai suoni alle tematiche, che con The Flawless Avenger centra l’obbiettivo di un album che ha tutte le carte in regola per rientrare tra le migliori uscite del 2020 nell’underground italiano. Album consigliato a chi cerca qualcosa di nuovo, ma mal digerisce i minestroni scriteriati di buona parte della cosiddetta avanguardia.
(Infinity Entertainment, 2020)
1. Hakagure
2. Master of the Sword [I, 45]
3. A Man From China [I, 81]
4. The Flawless Avenger [II, 52]
5. To Sleep Is the Best Answer [II, 85]
6. Chiriku [III, 22]
7. Revelation on Top of a Brick Wall [III, 28]
8. To Defeat One’s Allies [VII, 1]
9. Bravery [VII, 40]
10. On the Verge of Happiness [X, 127]
11. Don’t Stop Where Your Heart Does [XI, 145]
12. Late Night Idle Talk