La Spagna ha sfornato pochi gruppi divenuti leggenda; però, allo stesso tempo ha un underground ben nutrito, di cui fanno parte i Cachemira, trio nato nel 2015 a Barcellona. Il qui presente debutto, chiamato Jungla, prende spunto da quella scena tipica degli anni Settanta fatta di psichedelia, blues (tantissimo), prog/rock acido e le solite incursioni chitarristiche nello stoner.
Jungla è un disco che non nasconde il proprio amore per i bei tempi andati e lo tributa fedelmente senza innovazioni o una particolare impronta personale. Il che è, forse, il limite più grande del lavoro, non tanto per la perizia strumentale, che in fin dei conti è perfettamente collaudata, ma per una eccessiva staticità compositiva. Le cinque tracce dell’album seguono gli stessi parametri, variando pochissimo il percorso stabilito. Si prendano “Ouverture”, “Jungla” e “Overpopulation”; tre tracce ancorate saldamente ad una sezione ritmica muscolosa e possente (ma che sa anche accarezzare) ed una chitarra sempre intonante il blues con qualche sfumatura psych qua e là. Già così si potrebbe riassumere il concetto, ma andando oltre si può godere di un cantato maschio e rustico che dà calore alla musica, asfaltato nella maggior parte dei casi da guitar solo infiniti che allungano inutilmente il brodo anziché dar botta.
Per dar completezza al discorso vanno segnalate le due canzoni più diverse e originali del disco. “Sail Away” è un rock blues settantiano con qualche influenza stoner, graziato da un intermezzo quasi space rock/psych che poi si velocizza in una cavalcata rock’n’roll mischiato a parti jazz. “Ancient Goddes” riporta alla mente gli Iron Butterfly, con un acid rock lento (con tanto di assolo di batteria) che accelera con il passare dei minuti inserendoci anche delle melodie flower power. Tutto sommato ci troviamo davanti ad un debutto discreto che, con un pochino di lavoro in più, sarebbe stato decisamente più interessante. Consigliato ma non fondamentale.
(Heavy Psych Sounds, 2017)
1. Ouverture
2. Sail Away
3. Goddess
4. Jungla
5. Overpopulation