Il canto del cigno – chissà! magari solo provvisorio – dei forlivesi Carnero coincide con quello che il loro lavoro più rabbioso e, senza nulla togliere ai precedenti album, sarà merito delle politiche totalmente DIY nella lavorazione, anche quello più genuino, più diretto. Tempo fa i nostri avevano infatti annunciato come un fulmine a ciel sereno una sorta di interruzione, di parentesi, di silenzio artistico, senza però dimenticarsi di darci in pasto questo brevissimo EP, POTERExVIOLENZA, interamente autoprodotto.
Un concentrato di 7 minuti, per 6 canzoni, in cui il quartetto dà libero sfogo, con sempre più naturalezza e senza forzature, a quelle che sono le proprie radici musicali. Largo dunque alla formula di hardcore nostrano, con una spiccata simpatia per il caos, arricchito, maggiormente che in passato, da valanghe di grind che rendono il tutto più bestiale. Sono sette pungi allo stomaco sferrati con destrezza e velocità, che ci mettono KO senza darci nemmeno il tempo di realizzarlo. Solo “Brutale Realtà”, il pezzo più lungo del lotto, si muove con una marcia più bassa, strascicandosi, sanguinante, lentamente. A chiudere la parabola Carnero, il drammatico e significativo epitaffio di “Senza Parole”. Se non dovesse bastarci l’aspetto strettamente musicale, POTERExVIOLENZA è un discorso sentitamente sofferto, sinceramente rabbioso, un ragionamento fatto di sconforto, vacuità, imprecazioni, impotenza e senso di perdita.
In attesa di ricevere, inverosimilmente, un inaspettato ritorno sui loro passi, e più in generale, che si plachi questa continua emorragia di scioglimenti, dobbiamo necessariamente accontentarci – in realtà ce la godiamo proprio – di questa pietrata in fronte e, col nodo in gola, noi che li abbiamo sempre seguiti con grande affetto, augurarci che si tratti solo di un arrivederci.
(Autoprodotto, 2019)
1.Piovono Morti
2.Naso.M
3.Vittime del Capitalismo
4.Croce Marcia
5.Brutale Realtà
6.Senza Titolo