La location è quella del Frantic e la temperatura diurna la medesima. La seconda edizione del Change Your Life si presenta con una squadra di band assolutamente da non perdere, fra assoluti colossi del pestaggio sonoro e nuove proposte notevoli. Si apre la giornata con il DJ set di Linda a farci sentire tutti nel giusto contesto con una selezione molto azzeccata di punk e crossover da abbinare a un fresco spritz per far fronte all’arsione del clima abruzzese.
Sono le 19:00 e da qui si parte con la maratona di band che si susseguiranno fino a notte ognuna con la propria dialettica ed espressione sonora.
Gli Helycobacter hanno il compito di fare da apripista. Non proprio dei giovani, cosa che sicuramente lo si deduce dal loro aspetto, ma più che altro da un ascolto analitico dei pezzi che han suonato: parecchio ponderati, non i classici pezzi quattro riff, un mosh e due breakdown; saranno da recuperare quando faranno finalmente uscire qualcosa.
Ci basta voltarci di 180 gradi per vedere che i Voiceless sono già pronti alle nostre spalle e partono subito. Decisamente più tradizionali come proposta musicale, ma assolutamente dei comunicatori capaci di coinvolgere il pubblico. Hanno avuto qualche difficoltà durante la performance, ma nulla ha impedito loro di deliziarci con “Sick”, uno dei loro pezzi migliori.
Una delle sorprese è stata rappresentata dalle Molestya, trio tutto al femminile che ci ha sputato addosso una sana dose di acidità direi quasi tradizionale quando si tratta di Riot Girlz. Un punk corrosivo il loro, forse ancora acerbo, ma non c’è dubbio che al grido di “Voglio sc****ti morto” a molti di noi è venuto un brividino.
Da qui in poi il fest si fa duro; con l’esibizione degli Hold Me Tight comincia la parte violenta che proseguirà fino alla fine. Il combo sardo tra fuori una furia semplicemente devastante. Una forma d’espressione parecchio newyorkese ed è perfetto, perché come tutti sappiamo in generale ai sardi tira parecchio il culo e quindi mosh tiratissimi, breakdown da far cadere le braccia, riff serrati e qua e là un blast beat. Notevoli quei ragazzi, ma soprattutto quella belva iraconda della cantante, che dimostra come per essere hardcore non serve avere il pene. E a proposito di questa parentesi, il Change Your Life Vol.2 è stato piacevole anche per questo, c’era un’alta percentuale femminile in tutto il bill, ne vogliamo anche di più. Dopo i sardi Hold Me Tight si devia sull’ignoranza metallica degli SCHELETRO, anche loro fenomenali mattatori capaci di comunicare con il pubblico (deve essere una cosa tipicamente romana questa). Dalla loro esibizione non sono mancate perle assolute come “Il vizio di vivere” che hanno avvelenato l’aria del fest, aggiungendo un altro grado al beneamato marcio di quello che si sarebbe sentito di lì a breve, come Short Fuse: con questo nome sappiamo che qui le cose si fanno serie e ipercinetiche, in particolar modo nel momento in cui le prime note di “Liberation Dance” risuonano nel piazzale del fest. Un’esibizione folgorante la loro, il cantante si rivela coinvolgente come pochi, si lancia sul pubblico e salta come un capretto (il tutto con mia preoccupazione per i suoi menischi). Non un attimo di tregua con loro e vale lo stesso per quanto riguarda i Call The Cops, una delle band più attese del fest, si nota benissimo come si sia radunata molta gente per la loro esibizione. Dimostrano di essere davvero fenomenali perché se si è imparato a conoscere la loro grinta su disco, dal vivo liberano un rage pazzesco che infiamma completamente quelli che sono i loro pezzi, persino un brano tutto sommato tranquillo come “Il Galeone”. Quello che non ci si aspettava (o perlomeno io non me lo aspettavo), era il muro sonoro schiacciante degli Insane Therapy.
Il deathcore di questi ragazzi ha letteralmente spettinato gli spettatori. Moderni sì, ma con una carica medievale devastante che si è manifestata in modo particolare con “Vacuum”, brano soverchiante che se possibile alza l’asticella dell’epicità della proposta della band oltre il limite.
Purtroppo i Vitamin X non hanno potuto partecipare al festival, ma sono stati sostituiti dai sempre gradevoli Guineapig che l’hanno spesso buttata sul ridere, presentandosi come “VItamin X dall’Olanda, ma questa sera facciamo un po’ di goregrind”. I Forse si è trattata di una delle migliori performance di tutta la giornata, un suono pieno, grasso e cristallino il loro. Non sono mancati pezzi mitico come “Plasmodium”. Uno dei momenti più intensi è stata la loro esibizione, ma da loro non ci si aspettava nulla di meno e complimenti a questi ragazzi, che a ridosso del festival quasi senza preavviso hanno messo in piedi uno spettacolo di tutto rispetto. E di tutto rispetto è stato anche il live degli Undertakers, titani leggendari viventi dell’estremismo sonoro italico, che non hanno fatto mancare nulla ai loro ascoltatori. Totalmente incuranti della loro effettiva età, i corrispettivi napoletani dei Napalm Death non hanno avuto nessun problema a sparare in faccia tutti tutte le loro brutte maniere. Semplicemente fenomenali.
E infine arriva il combo che tutti aspettavano con enorme trepidazione, i miti viventi dell’anarcho punk californiano, i Total Chaos. Anche loro pieni di energie e mai sotto tono. Tra l’altro è stato quasi commovente come vedere la fratellanza tra i nostri Call The Cops e questi titani del punk essendo effettivamente due realtà stilisticamente affini. Insomma neanche un problema tecnico come la rottura di corde del bassista ha fermato l’avanzata arrogante dei Total Chaos.
La lunga raffica di violenza sonora si è chiusa qui. E non si potrebbe che fare i complimenti allo staff del Change Your Life per aver messo insieme una così eterogenea pletora di rappresentazione della musica ribelle per eccellenza. Non c’è assolutamente nessun dubbio, ma la speranza che la prossima edizione sia all’altezza di questa è viva e vegeta.
Foto in ordine: Call The Cops, Molestya, Hold Me Tight, Voiceless. Di Anais Piccoli