Instancabili, senza pace, inquieti, in perenne trasformazione e con tanto da dire: questi sono i Chrome Waves, band di Indianapolis che da qualche tempo a questa parte ci ha abituato ad almeno un’uscita all’anno, senza peraltro mai produrre un disco simile al precedente, cosa questa abbastanza inusuale per chi è dotato di una foga artistica di questo tipo. Partendo da A Grief Observed, dove lo stile prendeva le mosse dai Nachtmystium più melodici senza distaccarsi più di tanto da quelle sonorità così plumbee e decadenti, passando per un primo alleggerimento dei suoni con Where We Live, toccando l’estremità opposta con The Rain Will Cleanse (così in odore di shoegaze, gothic e post-metal à-la Holy Fawn) fino a remixare il tutto in chiave elettronica con Recursive, ce li ritroviamo in questo 2023 con Earth Will Shed Its Skin: cosa ci aspetterà stavolta?
In una quarantina di minuti di musica la band è riuscita a condensare tutte le proprie esperienze, le proprie diramazioni stilistiche, le tante facce messe in mostra in questi anni e nei vari album prodotti, per dare alla luce un’opera matura e completa, in grado di coniugare perfettamente il post-black aspro e urbano di A Grief Observed, così nichilista e decadente, con la bruma e la viscosità delle atmosfere malinconiche quasi shoegaze di The Rain Will Cleanse, riuscendo a far coesistere queste due realtà all’interno di ognuno dei sei pezzi che compongono questo disco. “Forward”, pezzo apripista, ne è un esempio, con le sue spirali aspre e avvolgenti controbilanciate da tappeti di synth caldi ed emozionali, ma la conferma arriva con “Under The Weight Of A Billion Souls”, un brano dalla struttura familiare per chi conosce bene i Chrome Waves, e ciò nonostante dal sapore fresco e nuovo grazie alla sua capacità di pescare elementi riconducibili a periodi artistici diversi del gruppo. Ci sono momenti in cui i Nostri spingono ulteriormente sull’acceleratore andando a toccare addirittura i territori blackened hardcore cari ai Downfall Of Gaia: tutta la prima parte ed il finale di “The Long Rope” (escludendo la parte centrale, più rallentata ed atmosferica) è un esempio di questo tipo. All’opposto abbiamo anche situazioni in cui i Chrome Waves recuperano la vaga morbidezza shoegaze già messa in mostra con The Rain Will Cleanse: “What Desperate Looks Like” è proprio questo, una nebbiosa parentesi che ci accompagna verso “The Nail”, un momento abbastanza particolare date le sue influenze e il suo mood polveroso e quasi western (qualcuno ha detto Wayfarer?) che alla metà del brano cedono il passo a tempi decisamente più incalzanti e urgenti. Spetta infine a “Broken” chiudere in maniera magistrale Earth Will Shed Its Skin, tirando le fila con una canzone dai tempi medio lenti, disperata e fortemente melodica, un’infinita spirale generata da un riff di chitarra gelido e lontano sul quale si arrampica uno screaming dilatato ed effettato.
Earth Will Shed Its Skin è l’ennesima prova che i Chrome Waves si meritano un posto di prim’ordine nel panorama post-black metal odierno. Nonostante una vena artistica fervida e che non conosce sosta questi ragazzi sono sempre stati in grado di portare in superficie qualcosa di nuovo e di interessante, disco dopo disco, confezionando album mai troppo pesanti perché caratterizzati da una durata contenuta e da una verve melodica importante, più o meno accentuata a seconda dei pezzi, ma sempre presente e convincente. Ennesimo centro dunque, avanti così.
(M-Theory Audio, 2023)
1. Forward
2. Under The Weight Of A Billion Souls
3. The Long Rope
4. What Desperate Looks Like
5. The Nail
6. Broken