E’ doveroso ammetterlo, non è stato facile approcciarsi a Is This Yes? degli australiani Clayhands. Etichettarli come post-rock può essere utile per dare dei connotati generali, in realtà la definizione è assolutamente riduttiva: la proposta dei Nostri è assai più sfaccettata e variegata, malleabile e multiforme come argilla (appunto), al punto che uno stesso pezzo può prevedere una varietà di sfumature e ritmiche piuttosto ampia e spiazzante. Un primo ascolto può pertanto buttare fuori strada chi si aspetta strutture quadrate dai crescendo che esplodono (come scuola post-rock insegna): l’ascoltatore viene investito da un arioso e fluorescente alt rock dai chiari richiami al progressive d’annata, dove le strutture si assommano, si intrecciano, si fondono e sembrano prendere strade diverse, come se ogni canzone fosse il frutto di una jam session. In realtà il filo conduttore c’è, ma rimane affossato dai continui cambi di ritmo e dalle melodie sincopate: non appena ci si assuefà ad un’atmosfera, ecco che questa cambia repentinamente, un po’ come il tempo in quelle giornate primaverili in cui contemporaneamente piove, c’è il sole e il cielo passa continuamente da velato a limpido.
E’ difficile trovare appigli solidi nella proposta dei Clayhands, ma paradossalmente questo può essere un loro punto di forza. Anche il web non ci viene molto in aiuto, avvicinando la band ai gruppi più disparati, ma ci fornisce un aggettivo utile per descrivere la musica degli australiani: cinematica. Is This Yes? è un disco fortemente immaginifico, che si presta a più livelli di ascolto: può essere un piacevole sottofondo, ma nel momento in cui ci si ferma ad ascoltare ogni singolo brano è facile perdersi nei labirinti sonori pensati dai Nostri. La sinestesia prodotta è spesso fortissima, i suoni sembrano creare colori e immagini: ci sono venute alla mente spezzoni di film come “Al di là dei Sogni” o di “Amabili Resti”, con i loro paradisi/realtà parallele colorate, luminose e cangianti, per i quali questo disco potrebbe costituire una colonna sonora valida: chi ha visto questi film può forse comprendere ciò di cui stiamo parlando. Dal post-rock è stata sicuramente presa la capacità di coinvolgere ed emozionare: una volta capita la chiave di lettura, una volta che si riesce ad entrare nel mondo dei Clayhands, è bello perdersi nelle loro canzoni e riconoscere nelle intricate partiture dei Nostri richiami musicali a Yes, Sigur Rós, Talk Talk, Pink Floyd, Explosions in the Sky, God is an Astronaut, e chissà di quante altre band.
Dunque come giudicare “Is This Yes?”? Decisamente un lavoro ostico, che va ascoltato molte volte, al quale va dato il tempo necessario per farsi conoscere ed aprirsi. Non è detto che il risultato finale poi piaccia, anzi come detto la tanta varietà nella proposta potrebbe disorientare ed allontanare. Ma crediamo che se si è appassionati dei gruppi citati poco sopra, del post rock, e in generale se si ha una mente abbastanza aperta e ricettiva la fatica impiegata nel comprendere il disco sarà poi ampiamente ripagata.
(Bird’s Robe Collective, 2021)
1. Godolphin
2. Orchid
3. Murking
4. The Boy Left
5. Polars
6. Playgrounds