Per il loro quarto album i Clouds Taste Satanic hanno voluto fare le cose in grande: quattro lunghi brani spalmati in doppio vinile con artwork che prende a piene mani dall’immaginario di Hieronymus Bosch.
La dilatazione delle tracce ha portato i Nostri a entrare ancora più profondamente nei meandri dell’inferno, con riff estenuanti e reiterati allo sfinimento. L’iniziale “Greed” è una vera è propria suite che passa da riff doom a momenti più liquidi dove gli assoli di chitarra profumano di zolfo. Momenti più rilassati possono richiamare paesaggi più vicini al drone cari a band come gli Earth. La seguente “Treacher” sposta le direttive verso un sound più drogato che rimanda non a fumi sulfurei ma bensì ai fumi di cannabis degli Sleep. Il brano è un lento rituale pagano che si consuma di fronte all’inerme ascoltatore. Un parziale cambio stilistico si trova negli altri due brani dove le ritmiche sono più nervose e le chitarre spaziano verso lidi più hard rock e meno monolitici in “Violence” mentre “Wrath”, di chiara matrice sabbathiana, è più vicina ai lavori precedenti.
The Glitter of Infinite Hell è il lavoro più maturo e meglio suonato dei newyorkesi. La maggiore attenzione per gli arrangiamenti è palpabile, e nonostante la durata di oltre settanta minuti del disco, non risulta mai estenuante. Uscito tramite l’etichetta Kinda Like Music, è indubbiamente tra le uscite più interessanti del 2017 in ambito doom e stoner. Fatelo vostro. Non ve ne pentirete.
(Kinda Like Music, 2017)
01. Greed
02. Treacher
03. Violence
04. Wrath
8,0