A volte per descrivere una band o un album bastano una parola o un aggettivo. Per i finlandesi Concrete Winds, nati nel 2018 dalle ceneri degli ex-Vorum, basta il nome. Affilati venti pesanti come il cemento sono infatti quelli che investono l’ascoltatore non appena attacca Nerve Butcherer, che con la sua mezz’ora scarsa di rumorosissimo black/grind sa come massacrare per bene i nervi e le ossa del coraggioso che decide di confrontarsi con l’opera.
Comprimendo tutto ciò che di più fragoroso e sporco ha il black metal nella forma-canzone e nella durata di un pezzo grindcore, i Nostri riescono ad aggredire con una potenza sonora che è tipica del war metal di Blasphemy, Revenge e compagnia bella (molto “war” anche l’artwork, che trasuda putridume e rabbia da ogni tratto). Una vera e propria violenza musicale che, frantumata nei primi venti minuti di album tra brevi brani come “Demonic Truculence” o “Intravenous Doctrine”, si condensa e massifica in quell’oscuro monolite che è la (quasi) finale “Dissolvent Baptism”: il riff serrato e squadrato come un blocco di granito e la ticchettante batteria, conto alla rovescia per la demolizione acustica che è Nerve Butcherer, fanno della traccia un pezzo da ascoltare assolutamente. È però a causa di questa scelta di tracklist che l’album pecca nell’aspetto prettamente strutturale: l’impepata dei pezzi iniziali rischia di perdere buona parte del proprio mordente se, come è inevitabile, paragonata con questa folgorante traccia finale.
Figli, come tutti i veri blackster, del freddo e della notte, i Concrete Winds vanno assolutamente recuperati da qualunque fan del metallo più estremo e marcio, da chiunque sia alla ricerca di qualcosa di veramente brutale e spietato.
(Sepulchral Voice Records, 2021)
1. Nerve Butcherer
2. Chromium Jaws
3. Demonic Truculence
4. Industrial Mutilation
5. Noise Trepanation
6. Intravenous Doctrine
7. Flaying Internecine
8. Paroxystic Flagellator
9. Dissolvent Baptism
10. Astomatous Vomiting