Impossibile negare che il 2017 sia e sarà un anno d’oro per quanto riguarda il metal estremo: grazie ad interessanti nuove rivelazioni e al ritorno in pompa magna di realtà ben più note non c’è che l’imbarazzo della scelta se si vuole ascoltare del buon death metal.
I Condemned hanno sempre prediletto la qualità alla quantità, dimostrando grandissime capacità di crescita e maturazione. Li avevamo conosciuti nel 2007 con il debut-album Desecrate the Vile, nel quale avevano riversato un brutal-death metal massiccio, senza compromessi purtroppo mancante di un’impronta personale ma realizzato comunque senza infamia né lode. Successivamente, nel 2011, avevano compiuto il grande passo dando alle stampe l’ottimo Realms of the Ungodly platter, nel quale avevano raggiunto la completezza compositiva e avevano limato alcune imperfezioni presenti nel sound, creando una piccola perla di brutal-death metal americano. Ora, nel 2017, eccoli tornare alla ribalta con His Divine Shadow, la consacrazione definitiva a pesi massimi della scena.
All’intro “Penumbræ” viene affidato il compito di alzare il sipario ed immergere l’ascoltatore in un’atmosfera oscura ed apocalittica; si parte all’assalto con “Dawn”, brano caratterizzato da riff robusti e serrati, ritmiche monolitiche ed incalzanti in puro stile primi Deeds Of Flesh. Si continua a picchiare duro con le tracce seguenti, tra le quali spiccano “Legion” e “Nefarious Sanguine Decree”: la prima per le sue ritmiche al cardiopalma e i pregiati intrecci di chitarra e basso che tessono trame di puro annichilimento sonoro, intervallate da alcuni rallentamenti spezza-collo a cui eravamo stati abituati in passato dai seminali Suffocation; la seconda per via di un mood orrifico coadiuvato da una pioggia di riff quadrati e da un’urgenza belluina che ricorda i primi periodi della band, nonché lo stile dei russi Katalepsy. “The Hive Ablaze” è un brano dall’animo “melodico”: non mancano i tipici elementi del death metal, quali piogge di blast beast e il growl massiccio del nuovo vocalist Sam Townsley, eppure la matrice portante ha una vena orecchiabile che aiuta a distaccarsi dalla precedente aggressione sonora e a gustare al meglio la potenza distruttiva del platter; tale esperimento è già stato portato a termine con successo da altri act brutal quali Disentomb e Ingested. Si chiudono le danze con “World-Reaving Terror”, un vero manifesto di US-way brutal-death metal che ricalca tutti gli stilemi della vecchia scuola e non disdegna alcune incursioni in territori slam, all’insegna del più totale estremismo sonoro.
His Divine Shadow è un’opera accattivante e coinvolgente che rapirà letteralmente tutti coloro che si definiscono appassionati di death metal e non mancherà certo di ricavarsi un posto nella classifica delle migliori pubblicazioni del 2017 in ambito di metallo mortifero.
(Unique Leaders Records, 2017)
1. Penumbræ
2. Dawn
3. Omniscient Perturbations
4. Legion
5. Ascending the Spectral Throne
6. Nefarious Sanguine Decree
7. His Divine Shadow
8. Pestilential Reign
9. The Hive Ablaze
10. World-Reaving Terror
8.0