Elinor Lüdde ha scelto – da sempre – di guardare alla libertà creativa come alla fonte a cui abbeverarsi, sin dal suo debutto del 2014 SACER, passando per quello che ad oggi è il suo album più acclamato V O I D del 2020, arrivando poi ai giorni nostri, con la sua ultima creazione Tar, recentemente pubblicata insieme a Momenti Of Collapse. Lüdde non è solo una polistrumentista di livello, ma anche una sound designer attenta alle sfumature che cerca di superare le barriere tra le varie forme d’arte, dedicandosi in prima persona alla sonorizzazione dei propri cortometraggi, in modo da sfumare i confini permettendoci di entrare nel suo personalissimo mondo.
Come è ovvio anche questo suo ultimo album ha un’impostazione decisamente cinematografica, che riesce a dare voce all’anima, attraverso una ricercatezza sonora delicatissima ma al tempo stesso davvero dirompente. Tar risulta quindi essenzialmente teatrale, ma mai eccessivo, mai barocco, orientandosi invece verso una sorta di neoclassicismo contemporaneo, oscuro e caldissimo, incentrato su una dominante, quella di un malinconico pianoforte che la fa da padrone.
Costruito come un concept – e probabilmente lo è, anche se non abbiamo trovato info in proposito nelle note allegate – suona davvero come un concept, indissolubilmente legato per tutta la sua durata, indipendentemente dalla singolarità degli episodi che lo compongono. La colonna sonora di un romanzo gotico in cui il pathos gioca con le nostre emozioni, aumentando e nascondendosi, per poi tornare a riesplodere. Un album emotivamente disconnesso dal concetto di tempo che ci trascina in un luogo in cui il tempo ha smesso di esistere.
(Moment Of Collapse Records, 2024)
1. Ovar
2. Tar
3. Dol
4. Disrupt (feat. Ercüment Kasalar)
5. Sørunej (feat. Barbara Lüdde)
6. Glijd Mee (feat. Colin H. van Eeckhout)
7. Albedo
8. Fin