La lunga attesa è finalmente finita! Ecco il gradito ritorno dei Cradle Of Filth, vere e proprie leggende del metal estremo; sono passati quattro anni dall’acclamatissimo Cryptoriana – The Seductiveness Of Decay e i vampiri di Ipswich sono pronti ad infestare i nostri incubi con il nuovo Existence Is Futile, pubblicato dal colosso tedesco Nuclear Blast Recods. Questo nuovo lavoro della band capitanata da Dani Filth è il più romantico e allo stesso tempo il più drammatico della loro vasta discografia, ma non è certamente un disco nichilista, come il titolo potrebbe far presagire; questa volta non è stata la letteratura ad ispirare le composizioni, bensì argomenti più filosofici, quali la paura dell’ignoto, la ricerca del senso della vita, la conseguente consapevolezza che la vita è senza senso e la ricerca del proprio posto nell’universo, trattando tutti questi argomenti nel tipico stile della band, tra romanticismo e gotico decadentismo.
Partiti da un black metal di stampo gotico, nel corso degli anni i Cradle Of Filth hanno evoluto il proprio sound, anche grazie alle caratteristiche dell’attuale formazione, diventando un affascinante ibrido influenzato dalle band più disparate della tradizione inglese (Venom, Sisters Of Mercy, Black Sabbath, Judas Priest, Cathedral, Iron Maiden, ecc…), trasformandosi in un’elaborata continuazione del glorioso heavy metal britannico; l’unico punto di collegamento con il passato black metal è rappresentato dalla voce di Dani, poliedrico cantante e mastermind della band, autore, come di consueto, di una pioggia di urla lancinanti, sussurri, growl e parti recitate.
In Existence Is Futile le chitarre hanno un ruolo molto più centrale rispetto agli album passati, impreziosendo le composizioni di melodie, riff e richiami al classic metal, mentre le parti di tastiera supportano la struttura dei brani, con orchestrazioni ed elementi dal sapore gotico che risultano complementari agli altri strumenti. Fondamentale per il risultato che possiamo ascoltare è il ruolo della nuova entrata in formazione, Anabelle Iratni; la talentuosa musicista dai capelli rosso fuoco si è occupata, oltre che della registrazione delle voci femminili, di tastiere e arrangiamenti, contribuendo in maniera attiva alla stesura dei brani e apportando una ventata di freschezza alla band. Con una scelta tipica dei Cradle Of Filth, Existence Is Futile si apre con l’intro “The Faith Of The World On Our Shoulders”, pomposa, oscura e misteriosa, ma dal gusto vagamente romantico; segue la doppietta formata da “Existential Terror” e “Necromantic Fantasies”: la prima diretta, cadenzata ma non priva di tiro, dal ritornello trascinante e dal finale da headbanging; la seconda romantica, dall’atmosfera sognante, trasposizione musicale di un horror gotico. La quarta traccia è “Crawling King Chaos”, veloce, maligna, la più violenta di tutto l’album e la canzone più in linea con la precedente discografia della band, con un prestazione magistrale dietro le pelli di Martin “Marthus” Škaroupka e dal ritornello in cui Dani, Anabelle e i cori recitano all’unisono “Apophis, reach dark office, Apophis, seize the goddess, Apophis, be the prophet’s propaganda”; la strumentale ed evocativa “Here Comes A Candle… (Infernal Lullaby)” fa da introduzione per “Black Smoking Curling From The Lips Of War”, mix di thrash e gothic metal, in cui si può apprezzare a pieno la splendida voce di Anabelle. Ed arriviamo al capolavoro vero e proprio con “Discourse Between A Man And His Soul”, trascinante nella sua magnificenza, dall’incedere lento e dalle grandiose melodie di chitarre e tastiere, avvolgendo l’ascoltatore in un manto di malinconico romanticismo; i cori e la voce di Anabelle introducono “The Dying Of The Embers”, brano tirato, dai continui richiami alla tradizione metal inglese, che riesce ad unire melodia, atmosfera e sfuriate black metal. La tetra strumentale “Ashen Mortality” ci scaraventa nel peggiore degli incubi e serve da apripista per “How Many Tears To Nurture A Rose?” in cui si sente appieno l’influenza degli Iron Maiden, evolvendo in una creatura “extreme classic metal”. Ci avviciniamo alla conclusione dell’album con la penultima traccia, “Suffer Our Dominion” brano in perfetto equilibrio tra thrash metal, gothic metal melodico e classic metal, in cui compare come ospite Doug Bradley (il cenobita Pinhead della saga horror Hellraiser), che ancora una volta dimostra le proprie doti recitative al servizio dei Cradle Of Filth; Existence Is Futile termina con “Us, Dark, Invincible”, vero e proprio motto della band, oscura e invincibile. Il brano racchiude le variegate influenze udibili nel resto dell’album, dal thrash al gothic metal, passando per il classic metal e il black metal, degna conclusione per un disco magnifico, che non stanca mai nonostante i 57 minuti di durata.
Nella versione limitata dell’album compaiono le tracce bonus “Sisters Of The Mist”, naturale sequel di “Her Ghost In The Fog” e che vede nuovamente la presenza del fido Doug Bradley, e “Unleash The Hellion”, brano violento che miscela black metal, thrash e metal classico, amalgamandoli con l’aggiunta di tastiere e atmosfere gotiche.
Existence Is Futile è un album che ci restituisce dei Cradle Of Filth in ottima forma e si candida ad essere uno dei migliori dischi dell’anno.
(Nuclear Blast Records, 2021)
1. The Fate Of The World On Our Shoulders
2. Existential Terror
3. Necromantic Fantasies
4. Crawling King Chaos
5. Here Comes A Candle… (Infernal Lullaby)
6. Black Smoke Curling From The Lips Of War
7. Discourse Between A Man And His Soul
8. The Dying Of The Embers
9. Ashen Mortality
10. How Many Tears To Nurture A Rose?
11. Suffer Our Dominion
12. Us, Dark, Invincible