Dopo anni e anni ad ascoltare, ricercare e scovare realtà progressive metal alla fine si arriva a un punto in cui ti fermi, perché (chi si diletta di prog metal lo sa) è un genere che inevitabilmente ti ammalia e ti intrappola, portandoti alla ricerca di più band possibili, delle più svariate sfumature e deviazioni del genere, ma alla fine ti fermi perché ritorni al punto di partenza, hai scoperto tutto, sei andato su Encyclopaedia Metallum e hai sviscerato il genere geograficamente andando a divorare anche la più inascoltabile e grezza demo di una band che arriva dalla Giordania, quando bastava guardare meglio nella vicina Francia che ha da offrire molto, in particolare questo Eloge de l’Ombre della one man band Creature.
Sono sempre più convinto che chi fa da sé fa per tre, ci sono stati e ci sono tutt’ora esempi lampanti a confermare questo detto. Creature è uno di questi. Francese, giunge al quarto lavoro con enorme inspirazione a far sentire come si suona e come si scrive un black metal progressivo capace di esularsi da molti dei riferimenti noti, certo, acchiappando qua e là, Creature esattamente come Shakespeare non è un innovatore, ma quello che fa, lo sa fare maledettamente bene. Anche perché il buon Raphaël Fournier (mente e mano del progetto) non fa tutto da solo, cura tutto, sì, ma si circonda di validi aiuti, questo è bello, significa che non pretende di fare un bel lavoro completamente in solitaria. Discorsi umani a parte. Eloge de l’Ombre è un lavoro che sa essere molto violento e allo stesso tempo atmosferico, ma soprattutto è acido nonostante la sofisticatezza delle sonorità e della composizione. Possiamo parlare della varietà del disco: di per sé non è molto vario, nel senso che prosegue per la sua strada e siamo tutti contenti, ma a un certo punto ci s’imbatte nella title track: un pezzo rap. Sì un pezzo rap, che sarò sincero, non ho gradito perché non digerisco il rap, ma nel complesso fa una bellissima figura, ci sta ecco. Ma allora che disco è Eloge de l’Ombre? È un disco strano, è un disco che sa farti capire (assieme ad altri ovviamente) che il black metal sa essere di classe, sa avere una certa raffinatezza, basta ascoltare un brano come “Les Fragments” per capirlo. Per capire verso quali lidi può spingersi un genere che venne pensato per essere il più sporco, il più marcio, concepito per avere delle regole, una delle quali l’essere appunto non fatto bene.
Eloge de l’Ombre ti porta in una dimensione immaginaria fatta di colori scuri, ma iridescenti che ti aggrediscono e ti comunicano molto più di quanto tu sia pronto ad afferrare.
(I, Voidhanger, 2021)
1.Venin
2.Conscience Mécanique
3.Météorite
4.Noire
5.L’Empire Des Singes
6.Maussade
7.Alternative
8.Les Fragments
9.Est-Ce Que Tu Danses?
10.Pas Le Même
11.Eloge De L’Ombre
12.Rétrograde