Dagli antri oscuri e desolati del più lugubre medioevo francese arriva l’esordio di Crépuscule d’Hiver, creatura della mente di Stuurm (voce, chitarra e songwriting) affiancato occasionalmente da alcuni loschi figuri della scena d’oltralpe – N.K.L.S. (In Cauda Venenum) stabile alla batteria e al basso, membri degli Aorlhac guest occasionali alla voce e alla chitarra. Par-delà noir glaces et brumes-sinistres è uscito lo scorso settembre nei soliti formati, tra cui un curatissimo digipak, per la sempre attenta Les Acteurs De L’Ombre e rappresenta un lungo e tortuoso viaggio tra i sentieri scoscesi del più sincero medieval black metal.
Per definizione, il genere non si presta a particolari innovazioni, quanto semmai a varie sfumature, leggere interpretazioni. Quella che ne dà la one-man band francese si discosta, in parte, dal cosiddetto Tolkien black metal in favore di un suono primordiale, buio e umidiccio. Certo, l’alone dei Summoning è inevitabile per chiunque suoni questo genere, ma in questo caso il nucleo sonoro è rappresentato da una forte componente dungeon synth sulla quale vengono costruiti, di volta in volta, i vari momenti dell’album. Non è un caso che i due strumentali – l’intro “Que la gloire soit notre!” e l’interludio “Les larmes d’un spectre vagabond” – siano perfettamente inquadrabili nel genere, risultando quindi parte integrante della tracklist, anziché mero intervallo.
Per il resto, la scaletta ci presenta cinque lunghi brani che evidenziano una grande chiarezza di idee, in primis per quanto riguarda le atmosfere suggestive: gli strumenti sembrano registrati nel fossato della più remota fortezza della Franca Contea, e in generale si avverte la sensazione di un tuffo in un passato oscuro, grazie a un’ottima portata immaginifica: per un genere atmosferico è già di per sé un buon risultato. In più, in diversi momenti – superfluo citare i singoli brani, in quanto parte di un unico percorso – fanno capolino degli interessanti spunti melodici, in genere affidati alle chitarre che si stagliano sulle trame severe dei synth, nonché di vocals femminili ben inserite nel contesto, il tutto senza scadere nella pacchianeria, che in questi casi è sempre dietro l’angolo.
Ma c’è un ma: il buon Stuurm è verboso nella musica così come negli ampollosi titoli e testi, e nonostante le buone qualità sopra enunciate l’ascolto si fa prolisso – specie nella seconda parte della tracklist, occupata perlopiù dalla title-track della durata di oltre venti minuti. Insomma, facciamo un po’ di fatica ad arrivare alla fine del playing, che supera l’ora, senza distrarci, o quantomeno senza pensare che alcuni momenti siano semplicemente superflui.
Da questo punto di vista, dunque, l’esordio dei Crépuscule d’Hiver può dirsi riuscito a metà, ma siamo sicuri che desterà l’interesse dei fan del (sotto)genere, a cui lo consigliamo senza remore.
(Les Acteurs De L’Ombre, 2020)
1. Que la gloire soit notre!
2. Le sang sur ma lame
3. Héraut de l’infamie
4. Tyran de la tour immaculée
5. Le souffle de la guerre
6. Les larmes d’un spectre vagabond
7. Par-delà noire glaces et brumes-sinistres