I Cultro sono una band romana nata nel 2014 e dedita ad un post-metal sui generis, che unisce alle strutture tipiche del genere momenti ai limiti del doom e gothic più tenebroso e una ritualità e misticismo di fondo derivanti da un folk oscuro e misterioso.
Dopo un EP e un primo full ci consegnano in questo finire di 2021 il loro secondo album dal titolo Phlegethon, cinque tracce nelle quali i Nostri puntano a raccogliere tutte le loro influenze e a fornire all’ascoltatore un quadro il più possibile esaustivo della loro proposta. “Golem” traccia posta in apertura, è titanica sia nella durata che nell’incedere tellurico e roboante: forse anche troppo. Purtroppo infatti passano i minuti ma il pezzo non decolla, temporeggia, ribolle, cresce ma non esplode mai realmente, restando ancorato a dei binari tribaleggianti, misteriosi e minacciosi, ma che non coinvolgono appieno l’ascoltatore. Già con “Medusa” la situazione migliora, aggiungendo del dinamismo e delle variazioni che rendono il brano di sicuro migliore per far conoscere il gruppo a chi non fosse familiare con la loro proposta. La traccia che dà il titolo al disco è un intermezzo acustico di breve durata che lascia presto il passo a “Atlas”, primo singolo estratto che vede la collaborazione di Mike VanPortfleet e Tara Vanflower dei Lycia alle voci. Si tratta probabilmente del pezzo meglio riuscito di tutto il lotto, caratterizzato da un’alternanza di momenti e sensazioni di varia natura, passando da intrecci vocali dal sapore ancestrale e lontano a bordate in pieno stile post-metal, spesse, dense e minacciose. La chiusura affidata a “Banished” ci lascia con un pezzo che rimane sulle coordinate di “Medusa” ed “Atlas”, senza nulla aggiungere però a quanto già proposto.
Come giudicare Phlegethon? Si tratta di un’opera sulla carta ambiziosa, che non si traduce però in qualcosa di totalmente coeso. I Nostri non riescono, se non a tratti, ad attrarre l’ascoltatore e a farlo prigioniero nelle loro trame sonore, e per un genere come questo, che gioca molto sul coinvolgimento emotivo, si tratta di una lacuna. Non vogliamo dire che sia un album da buttare, tutt’altro: al suo interno sono presenti intuizioni e almeno un brano di assoluto valore, ma ciò non basta per sollevare le sorti di questo disco che si attesta sulla sufficienza, di sicuro meritata, ma che sa di occasione parzialmente mancata. Consigliamo lo stesso un ascolto ai Cultro, anche solo per sperimentare una proposta di certo particolare e dei pattern sonori non così comuni ad altre band.
(Eibon Records, 2021)
1.Golem
2. Medusa
3.Phlegethon
4.Atlas
5.Banished