A quattro anni di distanza, e con qualche tour extra-continentale di mezzo, i bolognesi Damn City ritornano con il nuovissimo Gold Kids, via Indelirium e Haunted Records. E spostano leggermente il tiro.
Per certi versi l’evoluzione della band può sorprendere, per altri è fisiologica. Quel rapcore sfacciato presente nel precedente Pariah si acuisce e iniziano a riaffiorare con evidenza delle influenze che finora avevano spesso ceduto il passo a dei modi di fare che si muovono comunque entro le orbite dell’hardcore. In Gold Kids ce n’è ancora, in “Karmageddon” ad esempio, o in “Bangarang” ma accoglie a braccia aperte tutta l’esperienza del crossover in salsa nu metal della seconda metà dei Novanta. Lo si intuisce dall’attacco dell’opener “Double Dragon” che pare voler richiamare “Hurt You So Bad” dei Crazy Town, brano che poi tra scratching, atmosfere nu metal e sovrabbondanza di input chiama in causa pure gli Hed (P.E.). I Damn City si cimentano pure con tutte quelle incursioni industrial che pascevano in alcuni ambienti nu metal, con riffoni alla Korn e citazioni dai Limp Bizkit. Nessuna soluzione particolarmente claustrofobica però, nè piagnerie. I Damn City affrontano tutto con freschezza e strafottenza, una fisicità esuberante e un sorriso sornione. I fili rossi che si rincorrono sono due. Le radici ben salde negli anni 90, tanto nelle soluzioni musicali quanto in tutto l’immaginario che regge Gold Kids (Metal Slug, Karmageddon, il Principe di Bel Air) come pure una coralità festaiola evidenziata dai numerosissimi featuring che ospitano amici dal Messico al Giappone e i continui rimandi alla Nuke Crew. In un paio di brani cantano in italiano. “Fresh Prince”, che è una cover della sigla di Willy e che diventa una sorprendente ammucchiata di voci che si rincorrono. E “Metal Slug” che se da un lato sembra un pezzo uscito da Loud Rocks tra Sick of It All e un rapper dall’altro rimanda inevitabilmente a quei pezzi che avevano suonato insieme Extrema ed Articolo 31.
Comunque la si guardi, possa la formula piacere o meno, Gold Kids ci investe con vagonate di freschezza, cafonaggine e presabene. Se siete fra quelli che in estate vanno alla ricerca di ascolti easy, ecco il vostro album.
(Indelirium Records, Haunted Records, 2019)
01.Double Dragon
02.Karmageddon
03.Bangarang
04.Lords of Dogtown
05.Metal Slug
06.The Great Dunk
07.Monsters in My Pocket
08.Smokers
09.Fresh Prince