Dopo un lungo periodo di inattività tornano a farsi sentire i parigini Dark Sanctuary. La loro discografia era infatti ferma al lontano 2009, anno in cui diedero alle stampe l’omonimo album Dark Sanctuary. Ad essere estremamente fiscali dobbiamo precisare che nel 2017 venne realizzata una compilazione (Metal) che raccoglieva alcuni loro inediti rieseguiti in versione gothic doom metal, ma dobbiamo altrettanto sottolineare come si tratti di un episodio decisamente a sé stante nella loro carriera. Il loro ritorno si concretizza a cavallo tra l’anno che abbiamo appena visto disgregarsi e quello che stiamo iniziando a conoscere, e avviene nell’elegante formato del 10″ bianco che la Avantgarde Music ha realizzato in una edizione gatefold a 500 copie. Quello dei Dark Sanctuary è un percorso da sempre legato all’etichetta milanese, in particolare alla sua sottoetichetta Wounded Love, che li ha seguiti sin dal debutto del 1999 con Royaume Mélancolique.
Iterum si compone di sole tre tracce (due per la versione digitale scaricabile sia dalla pagina Bandcamp dell’etichetta che del gruppo) per una durata complessiva di circa 20 minuti, in cui il combo francese ci riporta immediatamente alla mente il mai dimenticato sound che me li fece scoprire e amare sin dal primo disco. Erano gli anni che sancivano il passaggio al nuovo millennio ed ero solito cercare di lenire il dolore interiore delle mie stanche giornate con loro, coi loro conterranei Elend, gli svedesi Arcana e gli austriaci Die Verbanneten Kinder Evas. Oggi come allora il loro dark ambient di stampo neoclassico, in cui risaltano le incantevoli melodie vocali di Dame Pandora, non ha perso un grammo della forza espressiva di un tempo, andando a ribadire la loro mai doma vena creativa.
Pur nella sua breve, ma intensa, durata, Iterum ce li ripresenta al meglio della loro forza. L’EP mostra ancora una volta come la malinconia in musica sia un valore aggiunto nel momento in cui si cerca di tirare fuori quel demone oscuro che è dentro di noi. Non pensavo di ritrovarmeli nuovamente tra le mani, per cui sono doppiamente felice di riscoprirli e ritrovarli dopo un distacco così prolungato dalle scene. In attesa di un album completo, che credo non tarderà molto ad arrivare, godiamoci questi venti minuti in cui i Dark Sanctuary mostrano ancora una volta la propria classe sopraffina. Gli ingredienti del loro credo sono sempre gli stessi, straordinarie trame vocali, archi, strumenti acustici e tastiere. Potrei non essere di parte nel giudicare un album come questo, ma sono dell’idea che bastino pochi minuti a chiunque per riconoscere la loro statura come musicisti. Può non piacere il genere ma non possiamo discutere del valore assoluto dell’album sia a livello compositivo che di arrangiamenti. Con Iterum la nera e fredda natura della malinconia raggiunge un livello eccelso, e simboleggia alla perfezione quel dolore raccolto e intimo che ci portiamo dentro, e che, grazie ad un suono come il loro, riusciamo a rendere concreto, quasi tangibile. La gioia di un album come questo sta proprio nel carico di dolore che riesce a portare con sé.
(Avantgarde Music, 2021)
1. L’intime
2. Renaissance
3. Loin de moi
9.0