Per chi di voi sia convinto che i suoni di Sodom e Voivod siano troppo moderni e pretenziosi (anche se non credo che gente del genere legga queste pagine), ecco che una delle poche band in circolazione ancora capace di fare thrash classico senza scadere nel trash senza la “h” se ne esce con un nuovo, cazzuto album, Never Surrender. Stiamo parlando degli australiani Deströyer 666, e scrivere di loro fa cozzare la parte di me alla ricerca di suoni sempre nuovi e sperimentazioni sempre più del cazzo con quella che si diverte da matti ad ascoltare un bell’album blackened trash fatto come Ba’al Zebub comanda.
Della struttura del lavoro c’è ben poco da dire: si inizia col riff “assassino” – nel senso di “studiato a tavolino per un pogo violento” – della title-track e si termina con la marcia funebre “Batavia’s Graveyard”, sfumando da un assalto tutto Destruction e Dark Angel ad atmosfere molto più alla Iron Maiden (giusto per fare un nome celebre). Non crediate però che l’album sia un ammosciarsi dal thrash oltranzista all’heavy classico: i quaranta minuti di Never Surrender sono adrenalina pura, dalla rutilante “Pitch Black Night” (provate a togliervi di testa il ritornello) al pezzo “classico” e già sentito ottanta volte in quaranta album thrash diversi, “Grave Raiders”, col suo riff che sa di casa e la batteria punkeggiate che forse inizia a profumare un pò troppo di stantio.
Ed è questo il grande – immenso – problema del lavoro e di un genere che oramai può solo divertire e far ballare ai concerti gli appassionati prima di diventare l’immensa caricatura di sé stesso. Escludendo quel miracolo chiamato Vektor e ben poche altre realtà, il thrash metal vive di ricordo e rievocazione, non un promo o una live band che non facciano riferimento all’”old-school” o paraculate varie, banderuola che distragga da una totale e annichilente aridità creativa. Arringa fatta, Never Surrender è un album godibilissimo ed estremamente divertente nonostante l’assoluta assenza di originalità, consigliato a tutti gli amanti della musica estrema di sorta, siano gli elitisti cui si accennava all’inizio o chi è disposto a mollare per una mezz’oretta The Body e Anna Von Hausswolff per dedicarsi a una pausa di sano e inutile cazzeggio.
(Season of Mist, 2022)
1. Never Surrender
2. Andraste
3. Guillottine
4. Pitch Black Night
5. Mirror’s Edge
6. Grave Raiders
7. Savage Rights
8. Rather Death
9. Batavia’s Graveyard