Dim Lights sta letteralmente per luci soffuse. Poche altre volte ho trovato una connessione così intima e una valenza così attinente tra la scelta di un nome e l’insieme delle sonorità che riempiono lo spazio e il silenzio della stanza, quando mi ritrovo a premere play per immergermi nell’ascolto di un album. La mansarda nella quale mi chiudo per dedicarmi in modo totalizzante a ciò che mi sono prefissato di ascoltare ha accolto oggi con grande favore il debutto del nuovo progetto solista del finlandese Ville Pallonen, polistrumentista da noi poco conosciuto ma autentico personaggio di punta della scena metal estrema in patria.
Questo con Dim Lights è il suo terzo progetto in solitaria, il primo che esula da quelle sonorità metal cui ci aveva abituato con V-Khaoz (ambient black metal) e Druadan Forest (dungeon synth, ambient). Starspire rappresenta il suo primo passaggio ad un livello successivo della sua carriera musicale. Una svolta che lo porta verso suoni decisamente meno integralisti e quindi accessibili ad un pubblico più vasto, non necessariamente metal. Un album che guarda, soffermandoci al titolo, a quello spazio incontaminato che possiamo ad oggi solo sognare a distanza. La “star spire” è infatti la Guglia Stellare della Nebulosa Aquila, una torre ondeggiante di gas e polveri di straordinaria e struggente bellezza che si estende per oltre nove anni luce, e funge da nursery per stelle appena nate. Messo, come detto, da parte in modo deciso ogni riferimento metal, sia da un punto di vista sonoro che estetico, Pallonen esplora i labirinti della mente con un approccio che, visto il suo curriculum, non ci saremmo di certo immaginati, ma che risulta perfetto per dare seguito concreto alle infinite distese stellari del titolo. La sua è una ricerca che va in direzione di un futuro che forse è già presente, caratterizzato da una forte connotazione malinconica, in cui il soffuso rumorismo distopico e dissonante gioca un ruolo predominante, creando atmosfere rarefatte ma di grande intensità emotiva.
Non abbiamo idea se questa possa essere una scelta definitiva o se si tratti solamente di una sperimentazione, sta di fatto però che Starspire è un ottimo album di elettronica contemporanea che spazia dall’ambient all’avanguardia, senza però risultare mai troppo “ostico” o ricercato. Non distante da un’ipotetica colonna sonora per un film di fantascienza l’album ha una sua logica progressione che si può apprezzare in modo compiuto e corretto solo con un ascolto totale, senza fermarsi ai singoli brani, ma guardandolo come un unico tema portante, pur se scisso in capitoli. Tra le tante incognite del cosmo c’è una unica certezza. La grande padronanza strumentale di Ville Pallonen che dimostra di saper essere a proprio agio anche a latitudini estremamente distanti da quelle con cui si è cimentato finora. In chiusura, provando a riassumere Starspire possiamo definirlo come un trip astrale senza meta che ci porta a galleggiare nel vuoto in assenza di gravità persi nella profondità del nostro inconscio.
(Avantgarde Music, 2022)
1. Sunrise In The Urban Desert
2. Synthetic Hanging Gardens
3. Breathing Glass Towers
4. Frozen Dawn
5. Flowers Of Subterranean Summer