1. Born of Rot
2. Manchurian Candidate
3. Praise the Gore
4. Outbreak of Infection
5. Black Diamond
I canadesi Display Of Decay, dopo l’omonimo debut album rilasciato nel 2012, sono tornati alla carica con un EP intitolato Outbreak Of Infection. I Nostri sono chiaramente legati al brutal death metal di matrice europea con un occhio di riguardo alla vecchia scuola americana, e optano quindi per un sound grezzo e massiccio sorretto principalmente dalle trame chitarristiche.
Dopo avere ascoltato un paio di volte questo mini-disco la prima cosa che rimane impressa nella mente è una certa ripetitività che affligge quasi tutti i brani: infatti, fatta eccezione per la title-track, il trio di Alberta si appoggia completamente ai dettami dei Cannibal Corpse ed in generale della prima ondata di brutal-death metal, mancando però di quel brio e quel sound personale che permetterebbe loro di rompere la routine e risaltare sulle masse. “Born of Rot” attacca con un giro di chitarre pesantemente distorte e quadrate, con il basso che risalta in primo piano colpendo duro e mettendo in piedi trame dal sapore old school che fondono i Bloodbath con i primi Morbid Angel; segue “Manchurian Candidate”, dall’inizio cadenzato che muta pian piano verso una serie di midtempos monolitici intervallati da alcuni guitar-solos decisamente anonimi. La title-track risulta la più veloce ed adrenalinica del lotto, puntando su un riffing dinamico e su tempi d’esecuzione piuttosto elevati all’insegna del death metal novantiano. L’Ep si chiude poi con una cover dei Kiss, “Black Diamond” ovviamente rivisitata in chiave death metal, ottenendo come risultato un classicone dal sapore death ‘n’ roll, sicuramente apprezzabile ma non sufficiente a donare maggior spessore al disco in questione.
Outbreak Of Infection è indubbiamente un album onesto che non mancherà di deliziare i deathsters più accaniti e legati alla vecchia scuola, purtroppo i Display Of Decay si dimostrano ancora piuttosto acerbi e derivativi: sicuramente sono in possesso delle qualità per migliorare, ma devono prima trovare la loro reale dimensione per poter effettuare il salto di qualità. Ritengo inoltre che non sia tollerabile un produzione così dozzinale giunti alle soglie del 2015, per quanto il disco in questione sia soltanto un EP.
6.0