Album numero due per gli italiani Doctor Cyclops, che, a distanza di circa cinque anni dal debutto, si ripropongono al pubblico con un nuovo LP. Local Dogs, questo il titolo del disco, trasuda atmosfere settantiane, vintage, e profuma di quell’heavy rock/blues, contaminato da stoner e psichedelia, che sta trovando negli ultimi anni una sorta di nuova vita.
Fin dall’inizio la band mostra di prediligere un approccio melodico sempre in primo piano. Questo da un lato potrebbe essere un aspetto caratteriale, però durante l’ascolto balzano all’orecchio delle piccole pecche che, messe assieme, frenano il coinvolgimento. In primis la voce, troppo leggera e debole, specie quando il sound si assesta su derive sabbathiane (“Lonley Devil”) oppure su bordate più dure e stoner-oriented (la stordente “D.I.A.”), ma forse il problema più doloroso è il fatto che la maggior parte dei brani tenda a spegnersi troppo in fretta. Nonostante ci siano piccole perle (la sfaccettata “King Midas”) o anche brani nei quali il blues ed il rock si sposano al meglio (“Epicurus”), spesso viene a mancare il mordente poco prima di metà brano. È assente quell’energia “ignorante” ed anche un certo modo di incidere nell’animo dell’ascoltatore, che rischia di far crollare tutto in maniera deflagrante.
Di per sé, il disco non è brutto e nemmeno mal suonato, ma lascia a desiderare per la maggior parte in quanto a coinvolgimento. Local Dogs è insomma un’opera discreta, dall’anima piacevole ma che fatica ad imporsi nella lunga distanza.
(Heavy Psych Sounds, 2017)
1. Lonely Devil
2. D.I.A.
3. Stardust (feat. Bill Steer)
4. Epicurus
5. Wall Of Misery
6. King Midas
7. Stanley The Owl
8. Druid Samhain (feat. Bill Steer)
9. Witch’s Tale
10. Witchfinder General